Restituire al denaro la funzione di valore non è semplice. In una recente ricerca americana pubblicata dalla Society for Personality and Social Psychology, emerge come, con il trascorrere degli anni, molte persone si accorgono che guadagnare di più non porta sempre alla felicità e preferiscono spendere meglio il tempo ancora a disposizione. Il denaro dovrebbe rappresentare un mezzo mentre, per ognuno di noi, raggiungere la condizione di benessere è il fine. Già nel 1974 Easterlin, professore di economia californiano, con il suo paradosso, mise in risalto che, quando aumenta la ricchezza la felicità cresce fino a un certo punto per poi diminuire e, ciò, ci conduce a una riflessione: se è vero che i soldi non fanno necessariamente la felicità, dal loro utilizzo, però, dipende il nostro benessere economico.
Investire, ovvero letteralmente, differire il consumo delle risorse nel tempo, deve rispondere alla seguente domanda: perché siamo disposti a rinunciare ad un consumo attuale in funzione di un bisogno futuro? In sostanza, risolvere gli interrogativi: a cosa mi serve il denaro, in che misura e quando lo voglio utilizzare.
Oggi, quanto mi rende l’investimento lascia il posto alla primaria necessità di mettere in sicurezza la situazione economica e patrimoniale del presente e del futuro. L’aspetto della sicurezza diventa prioritario così come accade nell’applicazione del modello di pianificazione finanziaria, in cui le risorse per accrescere la ricchezza sono solo e sempre residuali all’aver realizzato un quadro di stabilità e raggiunto gli obiettivi di vita individuali e familiari.
Nella definizione il rischio rappresenta la potenzialità che un’azione o una scelta (compreso il non agire) porti a una perdita o a un evento indesiderabile. Scorrendo il discorso tenuto a maggio per l’Incontro annuale con il mercato finanziario Vegas, Presidente della Consob, evidenzia che eventi quali il bail-in e la risoluzione delle quattro banche italiane hanno generato un clima di incertezza mai registrato nel dopoguerra. Tuttavia afferma: “Dalla conoscenza potrà derivare una più adeguata capacità decisionale”.
In questa direzione, è interessante scoprire sul portale della Consob – sezione educazione finanziaria – il nuovo applicativo SAV€Rio il Salvadanaro, strumento accessibile ai cittadini per il budget planner (gestione del conto economico e pianificazione del risparmio).
Non dobbiamo però fare l’errore di confondere gli strumenti con il servizio di consulenza finanziaria personalizzato. Solo il confronto con un pianificatore può aiutarci a individuare il nostro atteggiamento verso il rischio, la nostra attitudine di sopportare una variabilità non definibile a priori sulla carta. Può guidarci nel valutare la capacità oggettiva del rischio e nel capire la misura che ne possiamo assumere in base alla nostra personale tollerabilità psicologica, senza creare instabilità sulla situazione economica e finanziaria. Imparando che pianificare e utilizzare bene il tempo, dando una destinazione ai soldi, fa la differenza.
Così da non trovarci di fronte al rischio più probabile di non rendere coerenti le nostre scelte finanziarie ai cambiamenti ancora sconosciuti.
Maria Luisa Visione
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