Non accettarlo è una scelta immotivata e danneggia i piccoli fornitori
Bloccare la cessione delle fatture permette alla pubblica amministrazione di fare ostruzione con chi ha crediti di minore importo. Siamo d’accordo con il Prof. Carretta (Direttore di Assifact) “fare chiarezza subito, già con la riforma del codice degli appalti”. Frenare il factoring danneggia prima di tutto le imprese, in particolar modo quelle più piccole. È necessario trovare una soluzione in tempi rapidi. Il Prof. Alessandro Carretta, segretario generale di Assifact e docente di Economia degli Intermediari finanziari all’Università di Tor Vergata, è preoccupato per gli stop alle cessioni di credito che arrivano dalle aziende sanitarie: “E’ davvero ora di cambiare”.
Il ministero delle infrastrutture vuol modificare il Codice sugli Appalti e sta raccogliendo sul suo sito le proposte degli operatori professionali e anche quelle dei semplici cittadini.
Questa è un utile occasione per porre fine agli atteggiamenti immotivati di alcune amministrazioni sanitarie che non permettono la fattorizzazione dei crediti dei loro abituali fornitori.
Assifact proporrà la modifica all’articolo 106 del Codice con due interventi precisi: l’abolizione del privilegio del rifiuto da parte della pubblica amministrazione e la semplificazione delle procedure. Nel primo caso, è chiaro che se ci sono palesi violazioni l’amministrazione potrà sempre bloccare i pagamenti mentre nel secondo dovranno essere eliminati obblighi ormai anacronistici.
Soggetti pubblici e privati ora non sono equiparati. Oggi la cessione dei crediti della pubblica amministrazione ha un iter complicato: è un atto pubblico con scrittura privata autenticata da far notificare a un ufficiale giudiziario. Si tratta di imposizioni contrarie alla logica della semplificazione e del risparmio dei costi. Infatti, le spese notarili sono in genere a carico del cedente. Norme di questo tipo ormai sono superate in tutta Europa e persino in Italia, in alcuni casi, non sono contemplate.
Per Assifact è necessario anche intervenire blindando la cessione dei crediti modificando la legge 52 istitutiva del factoring che permette la revocatoria dei crediti. Se le loro proposte saranno accolte il vantaggio sarà evidente soprattutto per le piccole e medie imprese che non si possono permettere tempi lunghi nel pagamento delle fatture. È un modo per riequilibrare i rapporti con le grandi imprese che hanno una struttura finanziaria più forte.
Questi interventi normativi non supereranno, però, il Regio decreto nel 1923 che permette il blocco della cessione del credito a tutela dell’impresa. Il problema così rischia di non essere risolto e allora l’ideale sarebbe arrivare a un codice unico in materia di cessione del credito, ma sicuramente le modifiche proposte da Assifact mettono una parola di chiarezza. E dare certezze alle imprese è rassicurante dopo anni di crisi che hanno rallentato il credito.
Concludendo le piccole e medie imprese storicamente di finanziano facendo ricorso al credito bancario, che proprio per effetto della crisi è stato meno disponibile che in passato. Leasing e factoring, invece, hanno guadagnato spazio. Il factoring, in particolare, è sempre cresciuto, guadagnando il 10 per cento nel 2017. Ormai è uno strumento ampiamente utilizzato che deve essere sostenuto e non osteggiato. Questa tecnica di finanziamento è servita anche come strumento positivo anticiclico e ha fatto supplenza di fatto anche allo scarso credito ordinario erogato dalle banche.
Articolo a cura del Dott. Gianfranco Antognoli e del Dott. Fernando Cruz.