Economia

Il factoring al servizio delle imprese soprattutto per le aziende fornitrici della pubblica amministrazione

Il factoring svolge un ruolo di primo piano nella gestione dei crediti e debiti commerciali e nel finanziamento delle imprese pubbliche e private.

La “rivoluzione tecnologica” in corso e l’introduzione della fattura elettronica rappresentano passaggi importanti anche per le imprese, che sono chiamate ad adeguarsi. Fondamentale sarà il supporto alle imprese per rendere più fluido questo passaggio. Inoltre, tali innovazioni possono facilitare il processo di smobilizzo dei crediti commerciali. Nel mercato italiano, in base ai dati della Banca d’Italia, i crediti commerciali rappresentano alla fine del 2018 circa il 30% del totale delle attività finanziarie delle imprese, riscontrando una diminuzione sostanziale rispetto alle consistenze di crediti commerciali dell’anno precedente (-2,2%). Essi rappresentano, nell’ambito della struttura finanziaria delle imprese, una posta di grande rilievo, che ammonta a circa 400 miliardi di euro e vale oltre una volta e mezzo il totale dei debiti finanziari a breve termine.

Le stime di Banca d’Italia sull’ammontare complessivo dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche e sui relativi tempi medi di pagamento evidenziano una situazione ancora lontana da valori “fisiologici” e con tempi di pagamento che continuano a essere significativamente più elevati rispetto alla media degli altri paesi europei considerati. I debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche si stima si siano ridotti all’incirca da 64 a 57 miliardi di euro nel 2017 e i tempi di pagamento sarebbero scesi collocandosi in media intorno ai 95 giorni.

Di grande portata appare la previsione del Ddl di Bilancio 2018 che, dopo l’introduzione della fattura elettronica nelle transazioni con la Pubblica Amministrazione, in vigore ormai dal 2014 per le Amministrazioni centrali e dal 31/03/2015 per tutti gli altri enti, ha introdotto l’obbligatorietà della fatturazione elettronica tra privati a partire dal 1° gennaio 2019, con un’anticipazione al 1° luglio 2018 per alcuni settori specifici.

L’impegno volto a portare avanti le proposte evolutive e di razionalizzazione delle disposizioni in materia di cessione dei crediti PA è proseguito a più riprese nel corso del 2018 e del 2019. L’obiettivo primario rimane quello dell’abolizione del privilegio del rifiuto della cessione da parte della PA, seguito dall’allineamento delle formalità della cessione di crediti verso enti pubblici alle cessioni fra privati, eliminando l’anacronistica necessità di atto pubblico e scrittura privata autenticata e la notifica a mezzo ufficiale giudiziario.

Secondo le stime elaborate dalla Banca d’Italia, tenendo conto delle proprie indagini statistiche, condotte sulle imprese, e delle segnalazioni di vigilanza, i debiti commerciali nel 2018 sarebbero diminuiti ulteriormente sia in valore assoluto sia in termini di incidenza del PIL arrivando a quota 57 miliardi. Tale livello resta ancora superiore a quello coerente con i tempi di pagamento stabiliti contrattualmente dalle parti. Sulla base delle indagini campionarie sopra indicate, nel 2017 i tempi medi effettivi di pagamento delle Amministrazioni pubbliche sarebbero lievemente diminuiti rispetto al 2016, collocandosi a circa 91/95 giorni, risultando tuttavia elevati nel confronto internazionale. Nei prossimi anni l’evoluzione del sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici dovrebbe contribuire a ridurre i tempi di pagamento. Questo processo si è confermato sostanzialmente nel corso del 2018.

L’indebitamento delle imprese presso le banche ha ripreso a espandersi a tassi moderati solo nel 2018, circa cinque anni dopo la fine della recessione (in termini reali, l’ammontare dei prestiti è attualmente inferiore all’8% rispetto al livello osservato al termine della recessione, mentre il PIL è cresciuto del 5%). L’aumento è riconducibile principalmente all’andamento degli investimenti ed è stato favorito dal mantenimento di condizioni di offerta accomodanti. Le difficoltà di accesso al credito si sono fortemente ridotte dal picco del 2012, ma sono ancora elevate rispetto ai principali paesi dell’area dell’euro, soprattutto per le piccole imprese e medie imprese. Si è accentuata l’eterogeneità dell’andamento dei prestiti bancari per classe di rischio delle imprese, a svantaggio delle imprese rischiose il cui credito si è ulteriormente ridotto, mentre quello concesso alle aziende più solide ha accelerato. Nelle classi di rischio intermedie i prestiti hanno ripreso a espandersi per le società di media e grande dimensione, ma hanno continuato a contrarsi per le microimprese e le piccole aziende.

Articolo a cura del Dott. Antognoli e del Dott. Cruz

Francesco Laezza

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Tags: Factoring

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