E’ indubbio che il caso dei crediti deteriorati (conosciuti anche come “non performing loans”) abbia aggravato una situazione già preesistente di costrizione dell’offerta creditizia. Sin dal 2008, in tutta l’eurozona, special modo in Italia, abbiamo assistito al fenomeno del credit crunch, il quale ha inferto un duro colpo al tessuto delle imprese in un sistema economico notoriamente “bancocentrico”.
Ad oggi la situazione dei crediti non performanti nel settore bancario nostrano non è confortante: la percentuale dei crediti deteriorati sul totale dei crediti è oltre il 16% rispetto ad una media europea che si aggira intorno al 5,6% (fonte Ufficio studi e ricerca First Cisl). In particolar modo, la percentuale dei crediti deteriorati rispetto al patrimonio è drammatica per alcune banche: Unipol è in testa con il 380%, seguita da Monte dei Paschi di Siena 262% , Veneto Banca 238%, Banco popolare 217% e Banca Popolare di Vicenza 210%, ma la lista è ancora lunga. Anche altre banche hanno una quantità ingente di non performing loans (ad esempio Unicredit ed Intesa SanPaolo) ma esse hanno un patrimonio tale da reggere bene l’impatto sul capitale.
E’ comunque evidente che una parte di questi crediti “malati” sia dovuta all’esistenza di un capitalismo di relazione. In molti casi le banche non hanno analizzato il merito creditizio delle aziende tenendo conto delle loro basi economico – finanziarie e patrimoniali. Questi sono tutti soldi che il settore bancario farà fatica a riscuotere ed il mercato ha reagito negativamente a queste notizie. È molto probabile che l’offerta di fondi alle aziende, necessaria nel nostro sistema “bancocentrico”, non ritornerà a livello pre – crisi per ancora molto tempo.
Eppure, si stanno osservando dei segnali di ripresa, ed è proprio il comparto leasing a dirci questo.
Il 2017 si è aperto con una dinamica positiva nello stipulato leasing, sia in termini di numero di contratti (+8,4%), sia di volumi finanziari (+12,2%) (fonte comunicato Assilea, 6/3/2017). Anche un’indagine di fiducia, costruita da Leaseurope e Invigors a livello europeo, conferma che gli operatori leasing si aspettano un aumento dei volumi di stipulato nei prossimi sei mesi (+11% rispetto a giugno 2016). Storicamente il leasing si è dimostrato un’importante leva per le misure di sostegno agli investimenti delle pmi: il 75% del portafoglio clienti delle società di leasing è composto proprio dalle piccole – medie imprese (fonte report Assilea 2015). Inoltre, stando ai dati ISTAT rielaborati da Assilea è chiaro che esiste una correlazione positiva tra investimenti e stipulati leasing. Insomma, il messaggio è evidente: l’aumento degli stipulati leasing e le aspettative positive degli operatori sembrano proprio presagire un aumento degli investimenti del tessuto delle pmi.
Il leasing è un contratto tipico con cui un’impresa, o persona fisica, ottiene in locazione un bene per un determinato periodo di tempo e dietro il pagamento di canoni periodici riservandosi di restituirlo a scadenza, oppure acquistarlo pagando un prezzo di riscatto.
Questo strumento presenta anche diversi vantaggi molto interessanti. Per prima cosa dei vantaggi di tipo operativo/gestionale: il leasing si realizza in tempi più rapidi rispetto al normale mutuo, con modalità più semplici rispetto ad altre forme di finanziamento; inoltre, la possibilità di personalizzare il contratto in relazione alla proprie necessità (durata, anticipo, periodicità dei canoni di riscatto) ed anche vari tipi di agevolazioni (Nuova legge Sabatini e finanziamenti BEI).
Ma il principale vantaggio del leasing deriva proprio dalle peculiarità fiscali. Acquistando subito la disponibilità del bene, senza sostenere l’intero esborso in un’unica soluzione, possiamo conseguire un immediato vantaggio derivante dalla rateizzazione dell’IVA, ed essendo i beni strumentali all’attività, i canoni di leasing sono deducibili fiscalmente e più velocemente rispetto all’acquisto del bene in proprietà. Inoltre, in alcuni casi, la disciplina fiscale presenta anche il Super ammortamento (aumento del 40% dell’importo deducibile) e Iper ammortamento (aumento del 150% dell’importo deducibile), due modalità che aumentano il già positivo trattamento da parte del diritto tributario.
In conclusione, dalle ricerche sopraccitate abbiamo visto la relazione tra investimenti e stipulato leasing, e come i dati di inizio 2017 stiano indicando un trend positivo, di ripresa rispetto agli anni precedenti. Il leasing è uno strumento molto importante, ma che deve essere conosciuto e sfruttato maggiormente dalle imprese, come finanziamento agli investimenti produttivi, elemento essenziale per recuperare competitività al fine di rilanciare il nostro sistema economico in questo periodo di stretta creditizia per un recupero del clima economico generale ed un conseguente aumento del pil nazionale e dei livelli occupazionali ancora preoccupanti.
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