La prima impressione di Expo 2015 è che di persone ce ne sono tante, ma tante, già alle 9.15 di mattina anche se
i cancelli aprono alle 10.
La seconda impressione è la buona organizzazione generale, dentro e fuori Expo.
Terza impressione è che si può accusare il caldo milanese e la fatica dei chilometri su e giù per il decumano, ma non c’è modo di annoiarsi.
Dopo dieci ore di Expo, almeno io avevo la stessa curiosità di quando ero entrato.
Quarta e ultima impressione, si capisce benissimo quali sono i paesi che su “nutrire il pianeta” fanno solo chiacchiere (Stati Uniti in testa) e quali fanno politiche serie e concrete, come ad esempio l’Angola o la Thailandia (pur con i loro problemi). E la conferma della Francia come grande e vero paese agricolo d’Europa.
Poi ci sono le “perle” positive e negative a seconda dell’opinione di ognuno di noi, che sono fatte apposta per accendere le polemiche o le risse via social.
La mostra Tesori d’Italia di Vittorio Sgarbi è fuori contesto e credo che l’abbia capita solo lui. Il bosco di montagna dell’Austria è un capolavoro.
Il Sudan ha un padiglione che è solo e semplicemente un negozio di chincaglierie. Il Regno Unito come alveare di api operose guidate da un’Ape Regina è un colpo di genio. Il cartone animato cinese fa tenerezza per lo stile mulino bianco.
I giardini del Bahrein sembrano banali ma basta leggere le dieci righe di presentazione per capire che hanno tanto da dire.
Il vino italiano ha un padiglione molto emozionale e la strada della biodiversità dalla Sicilia alla Val d’Aosta dimostra che noi italiani siamo davvero bravi a costruire giardini.
Per quanto riguarda il padiglione Italia c’è sempre tanta, troppa fila e ho rinunciato. Fatemi sapere voi se è davvero deludente come tutti dicono.
Roberto Guiggiani