Il leasing è finalmente divenuto uno dei principali strumenti adottati dal Governo per il rilancio economico del Paese. In particolare dal 28 Agosto è entrata nell’ordinamento nazionale la definizione del contratto di leasing finanziario che è andata a disciplinare quelle che sono le fasi più delicate del contratto, ad esempio in caso di grave inadempimento o quando il cliente non paga. Tutto ciò non fa altro che rafforzare il ruolo fondamentale che tale strumento ricopre per la ripresa del mercato che deve essere consolidato.
Il leasing si pone come uno strumento finanziario evoluto ed estremamente competitivo, in grado di cumulare tanto i vantaggi del finanziamento tradizionale, quanto quelli dei servizi connessi al bene. Consiste in un contratto di locazione con cui una banca o la società di leasing (concedente), dietro il versamento di canoni periodici, mette a disposizione dell’utilizzatore beni mobili e immobili, strumentali alla sua attività di impresa, acquistati o fatti costruire appositamente dal concedente stesso, sulla base delle indicazioni fornite dall’utilizzatore. Utilizzatore che si assume la piena responsabilità nella gestione del bene e ha la facoltà al termine del contratto di acquistarlo a un prezzo predefinito o eventualmente di recedere dal contratto e restituire il bene.
Il leasing è una leva per la crescita che apporta benefici all’intero sistema economico italiano. Nel 2016 tale strumento ha finanziato un volume di investimenti pari a oltre 20 Mld di euro, in aumento rispetto al 2015 del +15,8%. La crescita del leasing è proseguita anche nel 2017, come confermato dai dati registrati ad Agosto e a Settembre. Il mese di agosto infatti si era chiuso con uno stipulato leasing di oltre 12,5 Mld di euro per 263.179 nuovi contratti con una variazione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente rispettivamente del +6.9% nel numero e del +9,3% nel valore. Il mese di Settembre ha chiuso con un +7,9% nei volumi e un +7,6% nel numero di contratti, un risultato che supporta la tesi di un sempre maggiore interesse verso questo tipo di supporto finanziario da parte delle imprese italiane. Il finanziato totale da inizio anno ammonta ormai a € 14 Mld mentre lo stipulato raggiunge quasi la quota di 294 mila contratti.
Questo strumento, particolarmente apprezzato sia dalle piccole e medie imprese, che possono usufruire di diverse agevolazioni, sia sempre più dai soggetti di maggiori dimensioni, ha ampi margini di sviluppo con la diffusione alle persone fisiche e li avrebbe ancor di più se esteso anche al comparto della PA. Il vantaggio sistemico ad esso correlato è dovuto inoltre al minor rischio di credito, in termini di rapporto sofferenze e portafoglio crediti rispetto ai finanziamenti bancari della clientela corporate e small business (17,8% per il leasing; il 18,5% nel corporate e il 18,0% nello small business per gli impieghi bancari) e all’esistenza di un bene con un valore intrinseco posto a garanzia che permette di alleggerire i costi e gli oneri a carico della collettività, nel caso che l’impresa beneficiaria entri in difficoltà.
Gli ultimi dati di settembre testimoniano come positive siano le dinamiche dei principali comparti. Il comparto strumentale conferma lo stesso trend positivo, con un totale di € 5,8 Mld cresce in volumi dell’8,8% (+11,9% strumentale operativo e +8,3% strumentale finanziario).
Rimane in crescita anche il comparto Autoveicoli con un incremento dei volumi dell’+8,5% rispetto allo stesso periodo del 2016. L’ultimo comparto con volumi significativi rimane quello Immobiliare che mostra un incremento di poco positivo in termini di volumi, settore questo che porta ancora con se i postumi della crisi del Mercato immobiliare che ha comportato un contenzioso consolidato nei bilanci delle società di leasing e Banche.
Da questi dati, quindi, appare chiaro come sempre di più il leasing stia entrando come strumento finanziario a supporto della crescita e dell’innovazione delle imprese. Uno strumento che costituisce un elemento anticipatore della ripresa produttiva poiché testimonia concretamente l’attitudine agli investimenti produttivi delle piccole e medie imprese, premessa indispensabile di una ripresa economica effettiva sul territorio a tutti i livelli. Il leasing rappresenta quindi un dato importante e significativo per favorire una ripresa che ormai si sta finalmente consolidando. E’ di fondamentale importanza però che le banche rispondano positivamente alla domanda di credito, che rappresenta indiscutibilmente il valore più importante per lo sviluppo economico e produttivo, ma anche le associazioni di categoria e gli enti locali e regionali devono essere in grado di aiutare concretamente le imprese e i consorzi di imprese a fare quel salto necessario per superare definitivamente la stagione di crisi.
Una ulteriore valutazione merita la corretta segnalazione/auspicio contenuto nell’ultimo editoriale di Leasing Time: “Occorre cogliere tutti gli aspetti positivi ricordandoci anche degli errori del recente passato”. Il leasing non è solo uno strumento di finanziamento per le imprese che investono. Queste devono essere in salute economica, cioè avere una marginalità positiva da stabilizzare, e l’investimento da “accompagnare” deve produrre un irrobustimento produttivo per l’azienda che ha un mercato non solo potenziale.
La non superficialità e il necessario approfondimento da parte del soggetto erogatore ma anche da parte dell’imprenditore devono migliorare sostanzialmente la qualità dell’offerta e della domanda di credito. Non si tratta di una affermazione teorica occorre un mercato più responsabile e più maturo dove domanda e offerta si coniugano in modo intelligente: l’improvvisazione ed il calcolo solo dell’aspetto fiscale e finanziario non bastano più e soprattutto non pagano più per Banche e imprese, nell’interesse di tutte e due le parti e in quello superiore che è costituito dal destino economico del nostro Paese.
Gianfranco Antognoli
fondatore Studio Concredito
ha collaborato Andrea Giusti