Ci sono imprese che pagheranno qualche migliaio di Euro l’anno di Imu, rispetto all’Ici e seppure ancora nell’incertezza di rate, tariffe e rivalutazioni catastali, è prevedibile che la nuova imposta preveda comunque aumenti consistenti . Inoltre, si è tenuto conto anche della rivalutazione dei coefficienti moltiplicatori che verranno applicati alle rendite catastali che, per effetto del decreto “salva-Italia”, sono passati da 34 a 55 per i negozi e le botteghe, da 50 a 80 per gli uffici e gli studi privati, da 100 a 160 per i laboratori artigianali e da 50 a 60 per i capannoni industriali. Prendendo in considerazione solo gli immobili produttivi di proprietà delle aziende l’applicazione dell’Imu, rispetto alla situazione odierna, darà luogo ad un pesante aggravio della tassazione su questi immobili. “Su questo non può non nascere la preoccupazione della Cna – spiega il Presidente Cna Val d’Elsa Mario Campatelli – . Siamo in un momento in cui le imprese sono in estrema difficoltà economica e ulteriori tasse rappresentano un aggravio insostenibile. Se si considera poi che in un momento di grave crisi come questo le imprese hanno spesso immobili sovradimensionati rispetto ai ritmi di produzione la questione diventa ancora più grave. Si chiederà a imprese che hanno capannoni utilizzati solo in parte o fermi a causa della crisi, della riduzione dell’orario di lavoro, della cassa integrazione ecc.. di pagare in base alla dimensione dell’immobile. Con questo provvedimento il Governo non aiuta le imprese e soprattutto non dimostra attenzione rispetto ai problemi reali e quotidiano degli imprenditori. I Comuni si sono trovati di fronte ad una scelta resa obbligatoria dalla mancanza di risorse, e questo lo sappiamo, ma anche a loro chiediamo la massima attenzione possibile alle piccole e medie attività che sono la ricchezza del nostro territorio e che ogni volta rischiano di pagare il prezzo più alto”.