L’associazione In Campo interviene sulle vicende Mps. E scrive: “Dopo aver sentito il sindaco De Mossi sostenere in conferenza stampa, come un cittadino comune, che per Mps non è l’ora dei tecnici, ma della politica, viene da chiedersi cosa ricordi il sindaco delle vicende della banca degli ultimi 20 anni. Se c’è una cosa che ha rovinato Mps è proprio la troppa politica dentro la Banca, iniziata nei primi anni novanta e proseguita poi nel nuovo millennio, dove ha sostituito i normali processi e le logiche sottostanti all’attività della Banca. Quella politica ha rovinato il Monte dei Paschi che aveva fior fiore di dipendenti e che è stata costretto dalla politica a cambiare strada e a diventare qualcosa di ambiguo e poco produttivo. E’ stato svuotato delle sue peculiarità per diventare fonte di voti in cambio di favori politici. Rendiamoci conto che negli ultimi vent’anni proprio l’asfissiante pressione della politica su Mps ha provocato il dissesto”.
Ancora l’associazione In Campo: “Il sindaco invoca gli dei perché impediscano questa operazione che s realizzata sarebbe la tragedia per il territorio e il suo futuro, ma si tratta dello stesso sindaco che sei mesi fa ha preteso che la Fondazione attaccasse la Banca per farsi dare un risarcimento inverosimile e si è mosso ignorando totalmente chi, come la nostra associazione in Campo, criticava questa operazione e chiedeva che la città non si dividesse e fosse unita nella difesa della Banca per ottenere che la direzione generale restasse a Siena, che i lavoratori venissero tutelati, così come il territorio e la stessa storia di Mps. Ma così non è stato, il sindaco ha continuato a attaccare la Banca e a servirsi colpevolmente della Fondazione per indebolirla, pensando solo a fare propaganda politica, senza alcun riguardo verso la città e i senesi e ottenendo, alla fine, meno del 5% di quanto la Fondazione Mps aveva chiesto come risarcimento alla Banca. Una cosa però il sindaco De Mossi l’ha sicuramente ottenuta: dare il colpo di grazia alla Banca. Difatti nemmeno una settimana dopo che è stato annunciato l’accordo tra Mps e Fondazione, è partita l’offensiva di UniCredit”.
Conclude la nota: “Contrariamente all’opinione del cittadino comune De Mossi, riteniamo che questa sia l’ora di gente tecnica e preparata, che capisce di cosa si parla. E’ finito il tempo per i politici improvvisati banchieri e per coloro che utilizzano il Monte dei Paschi cercando solo di raccattare voti per la loro campagna elettorale, Siena ha già dato, Siena è stata devastata dai politici, quelli locali e quelli nazionali e ora non deve più tollerare coloro che sfruttano in modo miope tutto a proprio servizio. Infine ricordiamo, al sindaco che quando la Banca comprò Antonveneta, come primo Presidente di quest’ultima fu nominato un esponente del centrodestra. Quindi, anche se la maggior parte delle colpe possono essere attribuite ad una precisa parte politica, sicuramente tutte le forze politiche dell’epoca hanno sostenuto quelle politiche devastanti e hanno goduto dei suoi frutti avvelenati. Nessuno può considerarsi innocente”.
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