Economia

Influencer e Fininfluencer: norme e controlli delle autorità in ascesa. 

Salta all’occhio la notizia della multa di 11 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza a una categoria lavorativa sempre più in ascesa: quella degli Influencer. Nomi noti sotto la lente di ingrandimento scattata a fine 2022 che ha verificato se, quanto dichiarato al Fisco da creatori di contenuti digitali destinati a piattaforme corrispondesse ai redditi realmente percepiti, ricomprendendo nel controllo pubblicazioni di post sui social e collaborazioni di marketing con aziende, oltre all’inserimento appunto dei contenuti sulle piattaforme digitali.

Il mondo degli Influencer è vasto e in continua evoluzione, non stupisce che siano diverse le lenti di ingrandimento che si stanno puntando. Già a gennaio l’Agcom ha precisato che le multe previste dal Testo Unico per chi non rispetta le norme vanno da 10mila a 250mila euro in caso di violazione delle regole in materia di trasparenza pubblicitaria e da 30mila a 600 mila euro se vengono violati gli obblighi di tutela dei minori.

Un campo minato vista la correlazione che si può creare con la pubblicità quando i contenuti sono commerciali. In un’indagine condotta dalla Commissione Europea e dalle Autorità nazionali di 22 Stati membri, solo uno su cinque del 97% degli influencer attivi in Europa che pubblicano contenuti commerciali, ne indica sistematicamente la vera natura (Fonte: Il Sole 24 Ore).

In un mondo così ampio e variegato anche gli Influencer finanziari, i Fininfluencer, si diffondono a macchia d’olio e aumentano le persone che cercano consigli di investimento e di trading nel mondo digitale; fenomeno su cui riflettere considerando il basso livello di cultura finanziaria. È chiaro che non avendo uno scudo solido di competenze e abilità finanziarie diventa più facile commettere errori, sia cognitivi che comportamentali. Ma quando parliamo di denaro, sbagliare si traduce in perdita e in un’esperienza negativa che allontana dalla consapevolezza e avvicina alla paura, non migliorando ciò che dovrebbe essere alla base del rapporto con i soldi, cioè la nostra serenità nell’occuparcene per ottimizzare gli aspetti finanziari e fiscali, in funzione del raggiungimento di progetti di vita che rappresentano i nostri obiettivi più importanti.

Proprio in virtù dei pericoli che possono nascondersi dietro all’idea di avere “guadagni facili”, anche l’ESMA è intervenuta sul tema degli Influencer Finanziari distinguendo la categoria dei “professionisti” da quella dei “non professionisti”, e stabilendo, in ogni caso, che chiunque voglia produrre raccomandazioni di investimento sui social possa individuare la propria categoria di appartenenza e il pacchetto di obblighi che è tenuto a rispettare per non incorrere in sanzioni.

La finalità è quella di evitare abusi e di obbligare all’identificazione della persona che effettua la raccomandazione, che dovrà dichiarare: la sua identità, nome e professione, se la raccomandazione è individuale o deriva da più perone fisiche o giuridiche che l’hanno generata. Inoltre, chi produce la raccomandazione sui social deve rendere note la data e l’ora in cui è stata ultimata la produzione e avere cura che i fatti siano chiaramente tenuti distinti da interpretazioni e opinioni. Ciò comporta l’indicazione di fonti affidabili e di indicazioni dettagliate e chiare quando si tratta di previsioni e stime. Non solo, chi produce la raccomandazione dovrà indicare se si trova in conflitto di interesse.

Restano applicabili tutte le norme previste in tema di Insider trading e di Abusi di mercato.

Ricordiamo che la Consob ha il potere di oscurare siti abusivi, ma anche contenuti pubblicitari abusivi per prevenire danni ai risparmiatori.

In pratica quando il post è una raccomandazione di investimento, cioè dà un consiglio di acquisto, chi lo produce deve rispettare requisiti e norme in vigore in materia di abusi di mercato e avere ben chiaro che la diffusione di informazioni false o fuorvianti, piuttosto che di informazioni privilegiate, può essere sanzionata.

Attenzione, quindi, alle informazioni ricevute. Come sempre ricordo: in finanza personale non esistono pasti gratis.

Maria Luisa Visione

Francesco Laezza

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