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Italia regina dell’agroalimentare grazie alla Toscana

Il settore agroalimentare italiano è in ottima forma, specialmente quello toscano. E’ quello che emerge dalla lettura dei dati del XIII° Rapporto Ismea Qualivita, presentati ieri a Roma alla presenza del Ministro del Mipaf Maurizio Martina. L’Italia rimane leader mondiale per numero certificazioni, con 805 prodotti iscritti nel registro UE, di cui 282 Food e 523 Wine (dati al 10.02.2016). Un sistema che garantisce qualità, sicurezza e trasparenza anche attraverso i 219 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 124 per i prodotti agroalimentari certificati e 95 per i vini DOP e IGP.

Oltre a detenere il primato per numero di nuove registrazioni nel corso del 2015 con 9 prodotti, l’Italia si conferma il Paese con maggior numero di prodotti DOP, IGP, STG al mondo: al 10 febbraio 2016 si contano nel nostro Paese 805 prodotti certificati, 282 Food e 523 Wine, suddivisi in 569 DOP, 234 IGP e 2 STG. Dietro di noi seguono Francia (658), Spagna (318), Grecia (250) e Portogallo (173). Approfondendo l’analisi a livello territoriale, le regioni con maggior numero di certificazioni sono il Veneto e la Toscana con 90 prodotti, il Piemonte con 81, la Lombardia con 77 e l’Emilia Romagna con 73.

I vini DOP e IGP contano 523 riconoscimenti, una superficie iscritta a pari a 464mila ettari e una produzione che, pur non esprimendo tutte le sue potenzialità, arriva intorno al 50% del totale in volume. La produzione di DOP e IGP nel 2014 è stata di quasi 23 milioni di ettolitri, di cui 21 milioni imbottigliati per un totale di 2,8 miliardi di bottiglie (+2% rispetto al 2013). Il valore alla produzione complessivo si attesta intorno ai 7 miliardi di euro, mentre l’export, che ha raggiunto un volume complessivo di 13,5 milioni di ettolitri (+3% rispetto al 2013), raggiunge i 4,3 miliardi di euro (+4%). Le prime dieci DOP rappresentano oltre la metà della produzione totale sia a volume che a valore: le prime quattro denominazioni (Prosecco DOP, Asti DOP, Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOP e Chianti DOP) con oltre 620 milioni di euro di valore alla produzione dello sfuso coprono oltre il 22% del totale. Nelle IGP la concentrazione è ancora più forte: le prime 10 rappresentano oltre l’80% sia a volume che a valore, mentre le prime quattro denominazioni (Delle Venezie IGP, Terre Siciliane IGP, Veneto IGP e Emilia IGP) con 407 milioni di euro di valore alla produzione dello sfuso coprono oltre il 59% del totale.

I formaggi rappresentano la categoria principale delle DOP e IGP italiane, con un valore alla produzione di 3,7 miliardi di euro per un’incidenza di oltre il 57% sul totale del comparto Food. Le
principali denominazioni – Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Gorgonzola DOP – rappresentano da sole oltre il 74% della produzione della categoria e fanno da traino con incrementi che superano il +6% in volume. In termini di valore le crescite relative più consistenti su base annua si registrano per Gorgonzola DOP (+15%), PecorinoRomano DOP (+7%) e Taleggio DOP (+7%).

I prodotti a base di carne rappresentano la seconda categoria delle DOP e IGP, con un valore alla produzione di 1,8 miliardi di euro per un’incidenza di oltre il 28% sul totale del comparto Food. Prosciutto di Parma DOP, Mortadella Bologna IGP e Prosciutto di San Daniele DOP rappresentano il 76% della categoria in volume e circa il 70% per valore alla produzione. Fra i prodotti con livelli di produzione più bassi, si registrano incrementi relativi su base annua soprattutto per Salame Felino IGP (+40% in volume) e Prosciutto Toscano DOP (+13,2% in volume e valore)

Gli ortofrutticoli sono la categoria leader delle DOP IGP in termini di volume, ma la terza per valore alla produzione con 467 milioni di euro per un’incidenza di circa il 7% sul totale del comparto Food.I risultati della categoria dipendono soprattutto dai trend della *Mela Alto Adige IGP* (+54% volume, +28% valore) e della *Mela Val di Non DOP* (+6% volume, -5% valore) che rappresentano da sole l’87% della categoria in termini di volume e circa l’80% per valore alla produzione.Nella categoria è l’Aceto Balsamico di Modena IGP che caratterizza il comparto, assorbendo il 99% del volume certificato, del valore alla produzione e dell’export.

Gli aceti balsamici presentano ormai una certa rilevanza nel mondo delle DOP e IGP italiane, con un valore alla produzione di 294 milioni di euro per un’incidenza del 4,6% sul totale del comparto Food.

Gli oli di oliva DOP e IGP italiani mostrano nel 2014 un valore alla produzione di 56 milioni di euro per un’incidenza di appena lo 0,9% sul totale del comparto Food. Ma il 2014 è stato un anno difficile per il settore olivicolo oleario, in termini di quantità e qualità della produzione, le principali denominazioni – Terra di Bari DOP, Toscano IGP e Val di Mazara DOP* – rappresentano il 67% della categoria in volume e il 63% in valore.

Le carni fresche sono una categoria formata da cinque denominazioni che raggiunge un valore alla produzione complessivo di 83 milioni di euro per un’incidenza dell’1,3% sul totale del comparto Food. Il Vitellone Banco dell’Appennino Centrale IGP* assorbe il 55% della quantità prodotta nella categoria, anche se mostra una flessione del -5% rispetto al 2013, compensato dagli incrementi registrati dall’Agnello del Centro Italia IGP (produzione quintuplicata rispetto al 2013) e dall’Agnello di Sardegna IGP (+8%).

Emilio Mariotti

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