“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”; le parole dell’articolo 47 della nostra Costituzione sembrano quanto mai attuali e importanti mentre le certezze di un tempo lasciano il posto a quesiti non ancora risolti. Rispettare le regole comunitarie è considerato un dovere inderogabile, ma, durante la recente assemblea dell’Abi, il Presidente Patuelli riporta all’attenzione di tutti il principio inviolabile della tutela del risparmio sancito dalla nostra Carta Costituzionale. Il tema della solidità e della stabilità del sistema bancario, cruciali per lo sviluppo di un Paese, si contrappone a quello della fiducia che cittadini e risparmiatori ripongono verso lo stesso sistema.
L’ammontare lordo dei crediti deteriorati che gravano sui bilanci delle banche italiane ammonta a circa 375 miliardi di euro. Il contesto di crisi ha peggiorato la situazione e la possibilità per gli istituti bancari di esigerli. In realtà, in Italia, il mercato relativo non è partito perché per una banca vendere gli NPL (non performing loans) a un prezzo lontano dal valore reale, significa aumentare le svalutazioni in bilancio e rinunciare completamente alla parte ancora esigibile. In sostanza vuol dire svenderli. Di fronte all’urgenza sollevata in vista dei prossimi stress test di fine luglio, Roma e Bruxelles devono trovare la quadra per stabilizzare i bilanci delle banche, salvaguardando azionisti e obbligazionisti, in deroga all’applicazione di procedure di salvataggio interno e trovando allo stesso tempo un equilibrio con gli altri Stati membri.
Il momento che stiamo vivendo è un momento straordinario dove occorre fornire soluzioni funzionali per non innescare una crisi sistemica, a discapito di tutti e veramente difficile da combattere. In questa direzione si è espresso anche il Fondo Monetario Internazionale, richiamando la necessità di usare la flessibilità prevista dalle norme europee in caso di rischi sistemici. Nessuno conosce gli effetti reali dell’uscita dalla Gran Bretagna dall’Ue, ma, intanto, proprio il Fondo Monetario Internazionale ha ridotto le stime di crescita dell’Europa, mentre la famigerata unione bancaria ha ancora un pezzo di strada da percorrere per realizzarsi. Il contesto di incertezza richiede di avere una visione ampia e di considerare che i cambiamenti violenti e le perturbazioni che hanno investito le persone hanno intaccato la loro fiducia e le loro tutele, economiche e sociali.
Sul tavolo sono diversi gli strumenti per comporre la soluzione: il fondo Atlante per l’acquisto e la cartolarizzazione degli NPL; la Gacs (garanzia statale sui crediti in sofferenza), meccanismo che prevede la garanzia pagando una commissione periodica al Tesoro; le emissioni di bond seniors garantiti dallo Stato per ottenere liquidità; il Fondo interbancario già funzionante al quale ha aderito oltre il 90% delle banche italiane. Inoltre, non è da escludere la richiesta di ricapitalizzazione attraverso un sostegno pubblico straordinario sospendendo gli effetti del bail-in.
Si tratta di decidere quale principio difendere: l’articolo 47 della Costituzione o la direttiva comunitaria sul bail-in.
Maria Luisa Visione