Dall’ inglese, finanziamento collettivo, è una tipologia di finanziamento attraverso una piattaforma online P2P lending che a differenza della finanza tradizionale, non presenta un intermediario. L’ Equity Crowdfunding in particolare è sostanzialmente un’evoluzione del crowdfunding tradizionale in quanto gli investitori ottengono un titolo di partecipazione all’interno dell’azienda ottenendo rispettivamente i titoli patrimoniali e amministrativi. Esso sta crescendo a dismisura, soprattutto nel centro-nord del paese, con un picco di progetti realizzati presso Milano. Dal 2013 l’Italia ha riscontrato un’apertura sulla raccolta di capitali di rischio tramite portali online attraverso il regolamento Consob che inizialmente riguardava esclusivamente start-up innovative. Successivamente dopo modifiche di questo regolamento, con la più recente delibera Consob (n° 20204) che risale al 2017 sono state introdotte novità significative tra cui la più significativa consiste nell’estensione della possibilità di raccogliere capitali tramite portali autorizzati online anche a tutte le tipologie di PMI (Decreto Legge n. 50 del 24 aprile 2017). Dal momento che, non solo start up innovative, ma anche le Pmi possono richiedere credito sulle piattaforme di equity crowdfunding, questo fenomeno è riuscito a prendere piede in un mercato in cui il 94% delle imprese in Italia sono Pmi; a rivelarlo è Concredito, società di mediazione del credito con sede a Viareggio, la quale ha notato un potenziale vantaggio in questa forma di investimento per le attività commerciali italiane.
Secondo Crowdfundingbuzz, le campagne finanziate con successo di anno in anno sono aumentate a dismisura, con un picco del 2018 di 113 campagne finanziate con successo contro le 4 del 2014; non solo il numero di imprese finanziate è cresciuto negli anni, ma anche l’importo raccolto, raggiungendo nel secondo quarto del 2019 più di 14 milioni di euro raccolti (in tutto il 2014 solo €1.307.000 raccolti). In media in una campagna di successo è sempre stata raccolto un overfunding che dal 2014 al 2019 è aumentato a dismisura da 16k a 205k. Dall’analisi di un campione significativo emerge un valore medio di investimento di 3600 euro da ciascun investitore (dal 2014 al 2019). Inoltre sebbene il valore medio si sia abbassato di anno in anno, da 9800€ nel 2014 a 3700€ nel 2018, il numero di persone fisiche o società che hanno investito in campagne crowdfunding è fortemente aumentato. Cresciuto è anche il numero di campagne finanziate con successo. Questi ultimi due dati rivelano come l’investitore medio sia cambiato durante gli anni, così da fare investimenti più sostanziosi su poche campagne, a investimenti minori su più campagne di crowdfunding.
L’ analisi conseguita da ConCredito, mette in evidenza uno degli aspetti più importanti di questa innovativa forma di funding: il coinvolgimento della community è al centro della campagna di crowdfunding. La ricerca di nuove risorse finanziarie, fa notare ConCredito, è solo parte del processo. Oltre a questo, la campagna mira a creare un interesse della comunità, a invitare a partecipare un gruppo di persone all’ interno di un’iniziativa che si transforma così di interesse pubblico. Il Crowdfunding non è solo un’opportunità di crescita finanziaria ma è anche un’occasione per promuovere un’idea e accrescere la propria visibilità.
Negli Stati Uniti dove le prime e più importanti piattaforme di crowdfunding hanno avuto origine: Kickstarter e Indiegogo, in circa 10 anni, secondo i dati analizzati da Cambridge centre for alternative finance, hanno raccolto circa 5 miliardi di dollari, cifra decisamente elevata pensando che si tratta esclusivamente di finanziamenti dal basso.
Le ragioni di questo successo vengono attribuite alla mentalità molto più digitale di quella italiana e la capacità del mercato stesso di polarizzarsi in poche piattaforme. Sebbene nel mercato italiano ci siano molti più players che causano una dispersione del mercato, questi ultimi danno la possibilità all’investitore di scegliere alternative diverse. In Italia inoltre c’è una conformazione del tessuto aziendale differente, come menzionato in precedenza le Pmi sono le imprese più presenti sul territorio e presentano generalmente una forte sottocapitalizzazione che determina una forte dipendenza dal settore creditizio e finanziario. Questa caratteristica è una sostanziale vulnerabilità in un contesto economico non favorevole: soprattutto quando l’attività è affetta da un forte indebitamento che rappresenta un rischio di insolvenza e altre difficoltà imprenditoriali. Tipicamente la piccola-medio impresa italiana è caratterizzata da un esiguo capitale e da una maggiore propensione per l’indebitamento; questa conformazione aziendale è spesso di ostacolo per la crescita aziendale ed è uno dei fattori critici che pregiudicano il rapporto banca-impresa. Secondo Concredito, il ricorso all’equity crowdfunding può aiutare le imprese a trovare la copertura finanziaria per sostenere gli investimenti beneficiando contemporaneamente di un maggiore capitale sociale e maggiore credibilità che facilitano a sua volta l’accessibilità al credito in caso di necessità.
Il crowdfunding è perciò un’ottima soluzione per la crescita delle Pmi che trovandosi a presentare il loro progetto imprenditoriale ad un pubblico di investitori, possono anche valutarne la qualità e l’efficacia (acquisire un coinvolgimento di massa del proprio business è sicuramente un indice di successo): è molto promettente per i benefici che porta ed è un’occasione per promuovere la propria realtà, porta visibilità, è un’opportunità per diversificare le fonti di finanziamento aziendale e spesso è più accessibile del credito bancario tradizionale. Sebbene le soluzioni che mirano ad aprire il capitale ad altri soci possono essere considerate problematiche, specialmente in realtà di stampo familiare in cui i soci di riferimento temono di perdere il controllo amministrativo dell’attività, si rivelano invece interventi strategici per avviare il rilancio dell’impresa, ottenere risorse per la crescita e per l’espansione su nuovi mercati oltre a favorire il ricambio generazionale. La soluzione per ridurre questa sottocapitalizzazione italiana bancocentrica e incentrata principalmente sul debito bancario, può proprio essere l’equity crowdfunding, un innovativo strumento necessario per lo sviluppo economico.
Daniele Bergamini
Gianfranco Antognoli
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