Una corretta analisi del bilancio d’impresa è fondamentale per l’accesso al credito nell’attuale scenario economico. L’elevata quantità di “non performing loans” nel mondo bancario frena l’erogazione di finanziamenti, inasprendo i criteri di selezione. Se poi aggiungiamo una regolamentazione bancaria patrimonialmente stringente, ed una bassa marginalità sui tassi di interesse si potrebbe incorrere nel noto credit crunch o in politiche creditizie dalla manica larga nel tentativo di recuperare la bassa marginalità, rischiando così nuovi incagli e sofferenze.
Trovare il giusto equilibrio tra le due situazioni appena elencate, ed una corretta analisi dell’impresa destinataria del finanziamento rappresenta inevitabilmente il punto di partenza. Nell’attribuzione del rating all’impresa, lo stesso Comitato di Basilea stabilisce che il primo fattore da considerare è la valutazione della capacità storica e futura di generare liquidità del prenditore.
La domanda che si pone il finanziatore è se il “cash flow” del debitore sia sufficiente a rimborsare il debito contratto. Ruolo decisivo è rivestito da un business plan realistico e veritiero che mostri la futura capacità dell’azienda di generare cash flow e capire quali aree assorbono liquidità, rispettare tale piano è la chiave per instaurare un rapporto banca-impresa sano e duraturo. La determinazione del rating è la risultante di analisi quantitative, andamentali e qualitative.
Mentre le prime due traggono origine da informazioni di bilancio passate, l’analisi qualitativa coglie tutte le diverse sfaccettature della realtà aziendale, fornendo utili indizi sulle prospettive di sviluppo future. Le singole voci di bilancio e i vari indici non fanno alcun riferimento alla dinamica dei flussi aziendali limitandosi a una visione statica. La valorizzazione di un progetto aziendale diventa possibile con una corretta comunicazione e divulgazione verso l’esterno, uscendo dall’assoluta segretezza del piano industriale e commerciale a favore della trasparenza con l’ente finanziatore. Proprio in tal senso spetta all’imprenditore il compito di dotarsi di risorse umane interne in grado di gestire il rapporto banca-impresa o di affidarsi a consulenti del credito specializzati in tal senso e dunque in grado di valorizzare il progetto imprenditoriale.
Gianfranco Antognoli
Stefano Vannucci
Sebastiano Michele Zema
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