10 ingredienti e un pizzico di talento per una carriera impeccabile
Esiste una ricetta per diventare imprenditori di successo? Una sorta di formula certa da applicare per avere una carriera fortunata e longeva?
Sì, secondo uno dei più famosi imprenditori italiani del secolo scorso. In quest’articolo parleremo di lui, di quello in cui credeva e di come, però, a volte anche i migliori “cuochi” possano sbagliare.
Sul finire degli anni ’70 Leopoldo Pirelli, figlio di Giovanni Battista Pirelli, fondatore dell’omonima azienda italiana, per la prima volta in assoluto tentò di stilare un elenco in 10 punti per descrivere quali fossero per lui le caratteristiche di un imprenditore di successo:
- professionalità
- innovazione
- responsabilità
- umanità
- preparazione
- onestà
- determinazione
- evoluzione
- tensione ai risultati
- umiltà
Nonostante siano passati quasi 40 anni da queste parole, ancora oggi suonano fresche e necessarie. Lo dimostra anche il fatto che siano state il mantra non solo per Leopoldo Pirelli, ma anche per gli imprenditori che sono venuti dopo di lui, come il diretto successore Marco Tronchetti Provera, attuale amministratore delegato dell’azienda. Proprio come Leopoldo, Tronchetti Provera è, infatti, uno splendido esempio di imprenditoria garbata, colta e cortese, un’imprenditoria che promuove la cultura, che parla di etica e usa i suoi mezzi anche a favore del prossimo. Vediamo nel dettaglio il significato dei 10 punti.
Professionalità. Un imprenditore professionale non è solo scrupoloso, attento, preparato a livello tecnico e culturale, ma veste anche in modo sempre appropriato, fa buon uso della propria voce e del linguaggio non verbale.
Innovazione. La conoscenza delle nuove possibilità tecniche offerte dal marcato permette all’imprenditore innovativo di essere sempre un passo avanti rispetto alla concorrenza, di sperimentare e creare tendenze. In questo modo mantiene inalterata la propria leadership.
Responsabilità. Nei confronti dei propri dipendenti, dei consumatori e della società. L’imprenditore di successo deve essere conscio del ruolo che svolge, dell’impatto che i suoi prodotti hanno sulle persone e sull’ambiente. Capito questo, deve comportarsi in modo responsabile, ovvero in modo riflessivo ed equilibrato.
Umanità. Solidale, generoso, comprensivo e indulgente verso tutte le persone. Abbandonato lo stereotipo del padrone freddo e senza pietà, ecco come dovrebbe essere l’imprenditore di Leopoldo Pirelli. Attenzione, però, a non confondere il concetto di “umanità” con quello più ambiguo di “marketing sociale“, il quale potrebbe tendere solo a migliorare l’immagine e la popolarità di un’azienda.
Preparazione. Per avere la massima credibilità agli occhi dei propri collaboratori, partner e dipendenti, un bravo imprenditore deve essere preparato. Questo significa dedicare buona parte della propria formazione agli studi accademici e ai masters, ma anche alle esperienze pratiche e ai tirocini. Dopo l’avvio dell’attività, non deve smettere di approfondire tutto ciò che riguarda il settore di mercato nel quale opera, rimanendo sempre informato sugli ultimi sviluppi burocratici, legali e tecnici.
Determinazione. Deciso, costantemente spinto dal desiderio di successo. Il vero imprenditore è colui il quale affronta le difficoltà quotidiane a testa alta. Impedisce agli eventi di schiacciarlo e alla concorrenza di sottometterlo.
Evoluzione. Perché alcune aziende hanno vita breve mentre altre sopravvivono più a lungo? Solo chi riesce a evolversi e riadattarsi rapidamente alle esigenze del mercato, ai gusti dei consumatori e alle nuove tecniche di produzione può realmente sperare di mantenere intatto il proprio dominio. Ecco perché la capacità di evolvere dovrebbe essere tipica di tutti gli imprenditori di successo.
Tensione ai risultati. Snellire e ottimizzare tutti i processi legati al proprio lavoro, per raggiungere gli obbiettivi previsti in tempi adeguati. Solo in questo modo è possibile far crescere la propria impresa, aumentarne la produttività e il fatturato
Umiltà. Modesto, senza superbia, che non si ritiene migliore di altri. In un’intervista del 2015, William Salice, braccio destro per 42 anni di un altro fra i più grandi e famosi imprenditori del mondo, Michele Ferrero, nipote del fondatore dell’omonima azienda, racconta come Ferrero salutasse tutti i propri operai per nome e li chiamasse per scusarsi quando era in ritardo. L’umiltà di Ferrero deriva dalle sue origini povere, ma è anche uno dei segreti nascosti dietro la longevità dell’azienda dolciaria, la quale ha festeggiato i 70 anni lo scorso anno.
Onestà. Sincero e rispettoso dei propri principi morali. Aggettivi che sembrano stridere affiancati alla parola “imprenditore”, ma che non rappresentano un’utopia. In Germania lo stesso Leopoldo Pirelli, protagonista del nostro articolo, era chiamato dai tedeschi “l’italiano serio”, in riferimento al suo modo di condurre le trattative durante quella intendeva essere la scalata a Continental.
Siamo nei primi degli anni ’90 e quest’operazione si rileva essere un completo fallimento, oltre che una consistente perdita di denaro per le casse di Pirelli. Di fronte a questa sconfitta e proprio per via dei valori in cui credeva, Leopoldo decide di ritirarsi e lasciare il comando al genero, Marco Tronchetti Provera.
Se esiste, quindi, una ricetta per diventare imprenditori di successo, non bisogna però dimenticare che l’ultimo ingrediente si chiama “imprevedibilità”.