La sostenibilità è divenuto ormai da anni uno dei temi centrali nelle politiche dei governi del nostro Paese che stanno indirizzando le proprie strategie sulla trasformazione ecologica sia per per motivi etici legati alla salvaguardia ambientale sia per quel che concerne la variabile economica, in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico e l’indipendenza dai combustibili fossili e dai Paesi esportatori.
In questo contesto, molto c’è ancora da fare ma la strada sembra essere meno tortuosa rispetto al passato grazie anche ai fondi del PNRR che in larga parte sono collegati per l’appunto al finanziamento di progetti green, tra cui una parte consistente è riservata alla diffusione e consolidamento delle così dette Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Un modo nuovo di intendere la vita quotidiana nella quale cittadini, aziende e istituzioni collaborano tra loro per rendere il territorio più vivibile e autonomo a livello energetico.
Le comunità energetiche sono gruppi di persone che si uniscono per produrre, gestire e consumare energia rinnovabile in modo condiviso. Questi nuclei possono essere costituiti da singoli cittadini, cooperative, aziende o enti pubblici, e si basano sulla condivisione di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, come pannelli solari, turbine eoliche o impianti di cogenerazione.
In una CER, i membri possono scambiarsi energia elettrica in modo diretto, senza dover passare attraverso la rete elettrica nazionale, grazie all’utilizzo di tecnologie come i microgrid, ovvero reti elettriche locali, e i sistemi di gestione energetica condivisi.
Questa soluzione rappresentano un modo innovativo e sostenibile di produrre e utilizzare energia, in grado di promuovere l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di gas serra. Inoltre, possono rappresentare un’opportunità per i cittadini di diventare protagonisti attivi della transizione energetica, partecipando attivamente alla produzione e alla gestione dell’energia.
La diffusione delle comunità energetiche porta con se una serie di vantaggi per tutti gli attori coinvolti nel progetto, tra cui i principali sono:
Ad oggi in Italia si possono contare un centinaio di comunità energetiche rinnovabili, di cui 35 giù attive e le restanti in fase di costituzione o di progetto. Un numero molto esiguo ma destinato a salire notevolmente, stando alle parole rilasciate dal Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin che ha dichiarato che nel prossimo futuro saranno create fino a 15 mila nuove CER finanziata da un bando di 2,2 miliardi di euro provenienti dal Fondo PNRR.
Attualmente le Regioni maggiormente interessate a questo fenomeno sono il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna e Lombardia ma anche altre Regioni si stanno muovendo spedite verso questa direzione, in particolare la Toscana. Qui le città che si stanno impegnando più delle altre sono sicuramente Firenze, con la imminente creazione di due comunità energetiche, e Pistoia che attraverso il Piano di Sviluppo Strategico sta indirizzando sforzi e risorse economiche nella realizzazione di nuove CER e sul consolidamento della mobilità sostenibile, alla luce anche e soprattutto del cambiamento di abitudini dei cittadini che tendono sempre più a preferire auto elettriche o ibride, come testimoniato dall’operatività dei concessionari del luogo, come Tmwagenpistoia.com, che hanno ampliato enormemente la propria offerta di veicoli non inquinanti.
Vedremo a breve se veramente anche l’Italia, così come il resto dei Paesi del Vecchio Continente, possa far segnare un vero cambio di passo verso la sostenibilità, nella quale la creazione di comunità energetiche rappresenta una fase non rimandabile.
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