Le conseguenze del credit crunch in Italia

In Italia il fenomeno del credit crunch, conseguente alla crisi globale, si è abbattuto con particolare violenza, più che in molti altri paesi.

L’Italia, infatti, è uno dei paesi europei in cui la stretta creditizia è stata maggiore: l’aumento dei crediti in sofferenza ha portato il sistema bancario italiano a ridurre drasticamente il credito erogato.

Una delle principali cause della difficoltà a riprendere un percorso positivo per le PMI italiane è da ricercarsi proprio in questo fenomeno: la mancata erogazione di finanziamenti alle imprese impedisce la ripresa degli investimenti e, conseguentemente, la crescita.

Tuttavia il credit crunch non ha portato solo conseguenze negative: la maggiore selettività degli istituti bancari nell’erogazione del credito ha portato le imprese ad approfondire maggiormente l’aspetto finanziario e a migliorare la propria conoscenza della materia. In particolare, oggigiorno, per una piccola impresa, ottenere un finanziamento pari al 100% dell’importo dell’investimento è pressoché impossibile: ciò ha contribuito ad incrementare i volumi di capitali degli imprenditori immessi nelle aziende, alleggerendo la struttura debitoria di molte imprese.

Nell’intento di favorire lo sviluppo di questa pratica si è mossa anche la regione Toscana con “Toscanamuove”, un raggruppamento temporaneo di imprese composto da FidiToscana, Artigiancredito Toscano e Artigiancassa. Lo scopo di Toscanamuove è quello di promuovere gli investimenti da parte delle PMI, offrendo garanzie e finanziamenti a tassi agevolati. La maggioranza dei bandi prevede che l’agevolazione sia erogata nei limiti di un massimo dell’80% del costo totale dell’investimento, richiedendo che almeno un 20% sia coperto dalle risorse degli imprenditori, incentivandoli ad un bilanciamento più sano dei debiti finanziari.

In un contesto simile è auspicabile che le banche si mostrino più elastiche nella valutazione delle richieste di credito, ma è altrettanto necessario che le PMI dedichino più attenzione alla gestione finanziaria, aspetto tipicamente trascurato dalle piccole imprese italiane, per migliorare il proprio rapporto con le banche.

Storicamente, infatti, le PMI italiane sottovalutano l’importanza dell’aspetto finanziario dell’attività d’impresa e commettono imprudenze che deteriorano la propria solidità e, conseguentemente, il proprio rating.

Spesso in azienda non sono presenti adeguate competenze in materia finanziaria per la gestione dei rapporti con gli istituti bancari e appoggiarsi a professionisti esterni all’azienda è la soluzione più efficace, sia per quanto riguarda la riuscita di una singola operazione di finanziamento, ma anche e soprattutto per acquisire la cultura finanziaria necessaria a gestire consapevolmente il rapporto con gli istituti bancari.

Dott. Gianfranco Antognoli & Dott. Pietro Palazzini