L’Intelligenza Artificiale cambierà il mondo. E speriamo che stani le fake

L’Intelligenza Artificiale cammina spedita verso il futuro. Ma il suo futuro è già presente.

Forse non tutti hanno compreso come influenzerà le relazioni, soprattutto quelle del mondo del lavoro, né tantomeno la portata dei suoi possibili impatti sugli aspetti della vita quotidiana, sulla socialità e sui rapporti familiari.

Studio, intrattenimento, professione riceveranno effetti positivi e negativi nel giro dei prossimi cinque anni, perché non siamo lontani dalla sua applicazione concreta e diffusa. Ad oggi l’input è che ci solleverà da compiti banali, ripetitivi, che ci farà risparmiare tempo e ci libererà per dare spazio alla nostra creatività.

Insomma, gli aspetti positivi sono legati a facilitare i compiti che non ci piace fare. Eppure, sembra che la maggior parte dell’IA sia oscura, una scatola nera, cioè non si sa da dove arrivano le sue risposte. Corrette o sbagliate che siano sembra che lei comunque rimanga soddisfatta.

Anch’io sto cercando di farmi un’idea il più possibile neutra, pensando a quando è arrivato nella mia vita Google, all’utilizzo che ne facevo all’inizio e a quello a cui mi serve oggi. Cercare informazioni non significa accettare che quanto il motore di ricerca restituisce sia esatto al 100% (o parzialmente). Questo, però, dipende dal nostro livello di competenza, dal senso critico, dalla capacità di discernimento e da una logica di ragionamento che si è formata, negli anni, attraverso apprendimento ed esperienza, al di là dei talenti personali. Ma domani, se l’IA arriva prima che si sviluppi il senso critico, siamo sicuri che chi la usa non si sarà disattivato e prenda tutto per oro colato?

Eppure, mi dico: “non essere Boomer” (anche se non lo sono anagraficamente), pensa al tuo primo Mac e ai vantaggi della Apple. Però, con tutta la mia razionalità e il mio cuore, sullo studio, mantengo delle forti riserve che in fase di crescita del capitale umano dei ragazzi, l’IA sia davvero uno strumento utile per loro.

Per quanto ho compreso finora, l’IA non crea da zero, ha bisogno di linee guida, di parametri per generare un output. Ma sui suoi nuovi sviluppi, se sarà capace di adattarsi senza il meccanismo della ripetizione, non ho gli elementi per dirlo. Rimango abbastanza incuriosita e un po’ frastornata quando vedo video di persone costruiti come se fossero veri, e non sono in grado di definire se l’uomo sarà capace di mantenere la separazione tra la verità e la finzione. Quindi, temo che effetti negativi potrebbero esserci nella misura in cui venga utilizzata: per finalità etiche o meno, in modo corretto o meno.

Ma mi chiedo: “Sarà lei, l’IA a stanare le fake news e le cattive intenzioni? In teoria, già Zero GPT rileva se un testo è stato creato tramite Chat GPT, per cui, forse una sorta di autenticità si riesce a preservare. In ogni caso, è lei che ce lo dice.

Mi è sempre piaciuto il cambiamento, ma anche pilotare, non subire, e sono una persona positiva di default.

E quindi, che la scatola nera diventi trasparente e che l’uomo ne colga i vantaggi nel rispetto dei principi e dei valori fondamentali della persona! Senza che sostituire diventi un vantaggio per pochi, a discapito di molti.

E che le previsioni di un aumento dei posti di lavoro in futuro diventino certezze con l’utilizzo dell’IA, domani, dopo una fase iniziale di posti persi.

Mentre la creatività, la personalizzazione, la sensibilità, l’empatia vengano preservate e costituiscano sempre e comunque un driver primario dell’intelligenza emotiva dell’uomo.

Maria Luisa Visione