Il Pil italiano nel secondo semestre del 2017 è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% rispetto allo stesso trimestre del 2016. La crescita acquisita per il Pil italiano nel 2017 è pari a 1,2%. L’ha comunicato oggi l’Istat nella stima preliminare del prodotto interno lordo che ha certificato come tale aumento tendenziale sia il più alto registrato negli ultimi sei anni. Grande soddisfazione è stata espressa sia dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sia dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che ha commentato “a tale crescita ha contribuito una politica economica che dal 2014 ha proceduto con coerenza lungo un sentiero stretto, ma tracciato in modo chiaro: riduzione delle tasse, incentivi agli investimenti privati, misure sociali per il contrasto alla povertà e alla disuguaglianza; gestione oculata del bilancio allo scopo di migliorare i saldi di finanza pubblica, così da stabilizzare la relazione tra debito e Pil e rimuovere cause di preoccupazione ed instabilità nei mercati, che potrebbero fare aumentare i tassi e quindi sottrarre risorse alla ripresa”.
La ripresa economica ha potuto trarre beneficio dall’andamento favorevole nel settore dei servizi, in linea con le indicazioni provenienti dalle imprese, e dalla ripresa del valore aggiunto dell’industria, la cui produzione cresce dell’1,1% sia nella media del secondo trimestre rispetto al trimestre precedente sia a giugno 2017 rispetto a maggio. Tutto ciò ha avuto dei risvolti positivi anche sull’andamento del mercato del lavoro, caratterizzato da un incremento del livello occupazionale. L’Italia sta crescendo dunque, ma questo non significa che le fragilità del paese siano superate ed è proprio per questo motivo che la politica economica italiana dovrà continuare a sostenere gli investimenti. Investimenti che rappresentano un tassello fondamentale per il consolidamento dello scenario attuale di ripresa.
In un sistema bancocentrico come il nostro è importante che le banche ricomincino a fare il loro dovere per poter favorire tale ripresa economica e proseguire la modesta espansione del credito registrata negli ultimi mesi, espansione del credito erogato al settore privato non finanziario che viene sostenuta principalmente dai prestiti alle famiglie. Prestiti alle famiglie che sono cresciuti del 2,6% su base annua dopo il +2,5% registrato a maggio, mentre quelli alle imprese sono rimasti stabili a +0,3%, e più in generale prestiti al settore privato che sono cresciuti dell’1,2% su base annua dopo l’1% registrato a maggio. Bisogna inoltre sottolineare come l’andamento dei finanziamenti alle aziende sia ancora differenziato tra settori e dimensione di impresa.
I prestiti infatti sono in deciso aumento nei servizi, crescono lievemente nella manifattura mentre continuano a contrarsi nelle costruzioni. Oggigiorno sono le imprese guidate dai giovani a trainare la crescita del tessuto imprenditoriale italiano nei primi sei mesi del 2017, giovani che però si trovano a dover superare questo enorme scoglio dell’ottenimento dei finanziamenti. Infatti La cinghia di trasmissione tra le idee di successo e i capitali che permettono di renderle concrete (e remunerative per gli investitori) è poco efficiente. Raramente si ha l’incontro tra la domanda e l’offerta.
Più in generale è necessario però puntualizzare come molte volte la causa del mancato ottenimento di prestiti va fatta risalire anche ad imprenditori che non tengono bilanci in ordine, che non patrimonializzano le proprie imprese e che denunciano il minimo degli utili. In tutto ciò un ruolo importante può essere ricoperto anche dalle società di consulenza al credito che possono aiutare i privati e le piccole e medie imprese a gestire in maniera più professionale e qualificata le proprie finanze e quindi favorire l’accesso qualificato al credito indispensabile per l’ottenimento degli investimenti.
Gli investimenti produttivi, oltre al fatto di favorire la creazione di valore con innovazioni di prodotto o di processo, sono la premessa indispensabile anche per la creazione di nuovi posti di lavoro. In questo modo, favorendo e accompagnando gli investimenti, le banche oltre che rispondere alla loro “Mission” operano per una crescita non solo economica ma anche sociale del Paese.
Dott. Gianfranco Antognoli/ Dott. Andrea Giusti
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