Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha chiarito, in un’intervista radiofonica, che la data ipotizzata del 4 maggio non è da considerarsi sicura per la partenza della fase 2. “Non c’è una data – ha dichiarato -. E’ una valutazione che dovrà fare il Consiglio dei ministri e concordare attraverso la cabina di regia, che è una proposta del Pd. La fase 2 è da costruire insieme fra maggioranza, opposizione, Regioni, scienziati e parti sociali. E’ l’interruttore generale che si riaccende, bisogna ripartire gradualmente anche in base al fattore di rischio dei singoli settori produttivi. Il grado di rischio determinerà i tempi”.
Il tema della riapertura sta molto a cuore anche al mondo dell’impresa. La Confindustria di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto ha sottoscritto un’agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro e fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Se le quattro principali regioni del nord che rappresentano il 45% del Pil italiano non riusciranno a ripartire nel “breve periodo il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia”.