Scuole di specializzazione alle Scotte: L’Università di Siena c’è? La domanda viene posta dall’associazione Confronti, per voce del presidente Alberto Monaci. Una domanda che nasce all’indomani della pubblicazione dei risultati da parte dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) circa l’accreditamento delle Scuole di Specializzazione di area medica in ottemperanza al “Decreto interministeriale recante gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale delle Scuole di specializzazione di area sanitaria” emanato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministero della Salute in data 13/06/2017. Tale disposizione fissa gli indicatori di attività formativa e assistenziale e gli standard minimi generali e specifici, le modalità e i termini per l’accreditamento delle strutture clinico- assistenziali, ospedaliere e territoriali facenti parte della rete formativa delle Scuole di specializzazione.
Scuole di specializzazione: sono cinque quelle dell’università di Siena non parrebbero accreditate dall’Anvur. Alberto Monaci, in sintesi, cosa sta succedendo? E cosa significa non ottenere questo accreditamento?
“La riforma dell’accreditamento rappresenta un vero e proprio cambio epocale delle scuole di specializzazione diarea medica. I nuovi criteri, contenuti nel decreto, sono finalizzati a garantire dei livelli minimi di qualità dell’offerta formativa, e sono tesi a garantire un monitoraggio ed un miglioramento continuo della qualità della formazione per i futuri specialisti anche attraverso l’integrazione delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale. Tutto ciò permette di rispondere, in maniera efficace, ai nuovi bisogni di salute della popolazione. Mancare l’accreditamento in alcune specialità significherebbe non solo ridimensionare l’offerta formativa in area medica con conseguente riduzione del prestigio e della capacità attrattiva dell’Università di Siena ma anche una riduzione della capacità di risposta a specifiche necessità assistenziali della popolazione senese”.
Oltre a queste 5, ulteriori 13 sarebbero a rischio. cosa si può fare, concretamente? avete proposte?
“A voler guardare il bicchiere mezzo pieno vi è da dire che alcune Scuole di Specializzazione (Anestesia e Rianimazione, Chirurgia Plastica, Genetica Medica, Ginecologia ed Ostetricia e Psichiatria) hanno ottenuto valutazioni più che lusinghiere da parte dell’ANVUR ma questo non deve distogliere l’attenzione dalle criticità emerse dalla procedura valutativa che necessitano di una attenzione particolare da parte della governance universitaria senese. Concretamente riteniamo che debbano essere adottate contromisure immediate atte a tamponare, risolvere e, se possibile, ribaltare, per quanto possibile, la situazione attuale. Le decisioni imposte dai passati governi sul sistema universitario (blocco del turn over, riduzione progressiva del FFO – Fondo di Finanziamento Ordinario – e delle risorse destinate alla ricerca) e le recenti, e si spera risolte in maniera definitiva, vicissitudini finanziare dell’Ateneo senese sono senza dubbio alla base dell’attuale situazione figlia di un progressivo ed inesorabile decremento del numero del personale docente passato dalle circa 1100 unità del 2008 alle circa 800 unità del 2016. Poi vi è da rimarcare come nel recente passato vi siano state, soprattutto in campo medico, asimmetrie e sperequazioni nell’attribuzione delle risorse umane e finanziarie, anche da parte dell’AOUS, con un impoverimento progressivo di alcune specialità ed ipertrofie di altre specialità non sempre necessarie e giustificate, come evidente dai risultati valutativi dell’ANVUR. Né il futuro fa ben sperare viste le numerose cessazioni dal ruolo (e fra queste molti professori di Ordinari, soprattutto nell’area medica) previste per il 2018 e 2019”.
L’intervento del rettore in prima persona potrebbe davvero risolvere e rilanciare quella che era un’eccellenza senese?
“Quello che serve è una concreta inversione di rotta. Noi riteniamo che il Magnifico Rettore Frati, senza lavarsene le mani delegando, debba assumere in prima persona e con l’autorevolezza propria, tutte le iniziative necessarie, per rilanciare un nuovo “rinascimento” della Scuola Medica dell’Ateneo senese con il potenziamento “mirato” di quelle realtà attualmente in difficoltà al fine di difenderle e rinvigorirle con ricadute benefiche sul prestigio dell’Università e sulla qualità dei servizi assistenziali offerti”.
Ieri sera ad un incontro politico del PD si è parlato delle ‘cose buone della Toscana’ con il governatore della Toscana Rossi, i rettori Frati e Cataldi, l’onorevole Dallai. Luigi Berlinguer in prima fila. Quale, dal vostro punto di vista, il quadro scaturito? Siena deve continuare a puntare sulle proprie università…
“Le relazioni si sono ammantate nell’elegia della grandezza toscana che verrà: unica regione che “viaggia” già in inglese…Tuscany.. Per il Magnifico Rettore l’impegno è quello di trasformare l’Università da polo universitario medico di richiamo mondiale in polo di eccellenza agricola per valorizzare i prodotti delle terre senesi. Per i relatori il passato glorioso di Siena “è passato”. Ai giovani studenti di medicina non resta che fidare nell’atto di indirizzo che il presidente Scaramelli varerà nei prossimi giorni”.
Katiuscia Vaselli