Ha preso il via in viale Mazzini alle ore 9:43 di questa mattina l’assemblea di Mps, chiamata ad approvare un nutrito ordine del giorno, che si aprirà con l’esame del bilancio 2018, chiuso con un utile di 279 milioni di euro. In assemblea è presente il 74,72% del capitale, con il Tesoro che mantiene invariata al 68,25% la sua partecipazione, acquisita in occasione della ricapitalizzazione precauzionale della banca nel 2017. Confermata anche la quota delle Generali, pari al 4,32% del capitale, e le azioni proprie in portafoglio all’istituto senese, pari al 3,18%.
Dopo la relazione iniziale del presidente Stefania Bariatti, ha preso la parola l’amministratore delegato Marco Morelli, per fare il punto della situazione sul bilancio che va in approvazione. “Nel 2018 la Banca – ha detto – si è rimessa in moto, si è rimessa in cammino. E’ ripartita una macchina che soprattutto dal punto di vista commerciale era di fatto rimasta fuori dal mercato negli ultimi anni. Nel 2018 il brand della Banca è tornato sul mercato. E oggi è una Banca diversa rispetto a quella che avevamo conosciuto fino a metà del 2017. ‘Abbiamo riportato la gestione della Banca in un trend positivo”. “Non esiste nessun altra banca al mondo – ha aggiunto Morelli – , per quanto di mia conoscenza, che abbia ridotto di tali dimensioni il portafoglio dei propri crediti deteriorati”. Marco Morelli ha fatto riferimento alla cessione nel 2018 di npl per 29 miliardi di euro. Morelli ha ribadito che Mps continuerà “la strategia radicale di riduzione degli npl e dei crediti deteriorati” come previsto dal piano industriale.
Fra i numeri distribuiti nei documenti ufficiali, al 31 dicembre 2018, Mps vantava “crediti nei confronti di 11 partiti politici per complessivi 1,7 milioni di euro, di cui 1,5 milioni non performing riferibili ad una sola posizione”. E’ quanto afferma il Cda della banca senese in una delle risposte scritte fornite agli azionisti in occasione dell’assemblea dei soci che si svolge oggi. I crediti nei confronti delle forze politiche si sono ridotti sensibilmente nello scorso esercizio, dato che nel 2017 erano 10 milioni di euro, di cui 9,7 milioni non performing, vantati “nei confronti di 13 partiti politici”. Al 31 dicembre 2018 Mps vantava “crediti per complessivi 69 milioni di euro (circa 63 milioni performing e circa 6 milioni Npe) nei confronti dei cosiddetti Pep (persone fisiche che occupano o che hanno occupato importanti cariche pubbliche come pure i loro familiari diretti o coloro con i quali tali persone intrattengono notoriamente stretti legami)”.
Il primo a prendere la parola fra gli azionisti è stato il presidente della Fondazione Monte dei Paschi Carlo Rossi, che ha annunciato il voto favorevole di Palazzo Sansedoni al bilancio e agli altri punti all’ordine del giorno. “Necessario – ha detto Rossi – salvaguardare la centralità del nostro territorio, il legame con la città e la provincia, oltre al livello occupazionale sono priorità irrinunciabili”.