Sempre più spesso mi viene chiesto quando torneremo alla normalità, quando la situazione dei tassi di interesse in relazione alla richiesta di mutui e finanziamenti rientrerà.
Il mercato, per sua natura, non è mai prevedibile con certezza. Rimarrà sempre una dose di probabilità fuori da qualsiasi analisi. Ma la richiesta nasconde un altro aspetto significativo, quello delle aspettative, ciò in cui si confida per assumere una decisione.
Guardando il movimento dell’Euribor 3 mesi negli ultimi dieci anni, oggi è quasi impensabile che il 22 gennaio del 2014 segnasse 0,301%, considerando il livello attuale di 3,958% e il lungo periodo in cui è stato addirittura negativo.
L’impennata, visualizzabile nel grafico, per la maggior parte dei consumatori, è stata oltre le proprie aspettative; aspettative che hanno guidato decisioni finanziarie di indebitamento nel presente a tassi variabili, nonostante la convenienza di un tasso fisso, comunque a livelli bassissimi.
L’altro aspetto di riflessione è che in un mondo che cambia velocemente, si è portati a non conservare la memoria storica; i livelli dell’Euribor tre mesi del 5,39% del 9 ottobre 2008 non sono un semplice lontano ricordo, ma sono ormai dimenticati. Così, il mondo che appare, contornato da diversi elementi di incertezza sia economica, che geopolitica e sociale, appare come un mondo nuovo, diverso per certi aspetti, anche per chi c’era a quell’epoca di Lehman Brothers, in cui svanivano certezze granitiche.
Cosa insegna la memoria storica? A mio avviso ci insegna che se dobbiamo assumere una decisione finanziaria, anche in materia di indebitamento, la valutazione non deve mai essere di pancia o di sensazione, ma deve derivare da un’analisi per scenari, nella quale si proiettano ipotesi di variazione, anche quando un cambiamento come l’aumento repentino dei tassi di interesse ci sembra impossibile, perché la lunga permanenza di un presente ormai uguale da tempo, ha oscurato l’idea che non esistono certezze sui mercati, ma ipotesi e alternative, per decidere in consapevolezza.
In questa direzione, oggi, ci troviamo, a livello generale, nella situazione opposta a quella degli 8 anni che precedono il 2022, e sembra che l’aumento dei tassi di interesse, piuttosto che la permanenza a livelli elevati, non finirà mai.
Se, però, decidiamo in consapevolezza, la soluzione è non basarci sulle nostre aspettative emotive, ma mettere nero su bianco scenari di cambiamento di tassi, sia al ribasso che al rialzo, per valutare la sostenibilità dell’operazione di finanziamento che ci riguarda, per tutto il periodo di pianificazione dell’operazione. Analisi integrata a ogni obiettivo e progetto che impatta sulla nostra serenità economica.
In questo modo, non solo l’operazione sarà sostenibile, ma avrà il giusto prezzo nel tempo, in quanto, il suo monitoraggio attivo consentirà di riposizionarsi, laddove i cambiamenti di mercato ne prospettino l’opportunità.
Quindi, alla domanda su quando torneremo alla normalità, non c’è una risposta certa. Dipende da qual è la normalità che consideriamo come elemento di confort o valutazione per decidere.
Mentre, è bene decidere nel presente, con gli elementi oggettivi che abbiamo, rendendo, però, possibile il futuro finanziario, per noi e per le persone che contano.
Maria Luisa Visione
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