“Per i piccoli negozi arriva un altro black friday in condizioni di inferiorità. La reintroduzione della cedolare secca sugli affitti è la prima misura pratica che può essere adottata per contrastare lo squilibrio”. Così Leonardo Nannizzi, presidente provinciale di Confesercenti Siena anticipa la vigilia dell’ultimo venerdì di novembre, che da ricorrenza americana è ormai divenuto un picco di shopping in tutto l’Occidente. “Anche quest’anno, il commercio elettronico tornerà ad aggiudicarsi la fetta più grossa degli acquisti di questo periodo, e a farlo saranno soprattutto i grandi marketplace internazionali che continuano a beneficiare di una tassazione di favore – osserva. – La Global minimum tax concordata l’anno scorso su scala mondiale inizierà ad essere applicata solo dal 2023, nella migliore delle ipotesi. Nel frattempo queste realtà continueranno a poter giocare su margini di prezzo inarrivabili per chi nei costi di gestione deve contare anche quelli legati a fondi commerciali, sia come canone di affitto che come costi di esercizio, e più che mai quelli per luce e gas”.
È in quest’ottica che Confesercenti vede con favore – e con urgenza – l’ipotesi di riattivare la cedolare secca sui locali commerciali, attesa nella manovra economica 2022, allineandola a quella disponibile sugli altri immobili: “Questa misura era stata cancellata subito prima dell’emergenza Covid, creando forti difficoltà soprattutto ai piccoli negozi, perché la cedolare si era dimostrata efficace ad arginare quel caro-affitti che sta dietro allo spegnimento di tante insegne e vetrine anche a Siena, come da mesi è facile rendersi conto girando per le vie del centro. Ora è il momento di reintrodurla e migliorarla, legandone l’utilizzo alla concessione di un canone concordato al locatario. Ne guadagnerebbe rapidamente anche il fisco perché un negozio aperto genera sicuramente più gettito di un fondo sfitto, e tutta la comunità, in termini di vivibilità e di sicurezza sociale”.
Secondo Nannizzi, l’effetto-rilancio potrebbe essere sostenuto applicando alle tredicesime la stessa detassazione già prevista per i fringe benefits: “Consentirebbe alle famiglie più in difficoltà di effettuare spese alle quali altrimenti quest’anno rinuncerebbero. L’effetto indotto sarebbe quello di ridare prospettiva ad uno shopping natalizio che, soprattutto per i negozi fisici, si prevede in forte contrazione”.