Una particolare graduatoria di GSK ci consegna il titolo di “Popolo amico degli animali” e ci rende onore in tutto il mondo. Condotta su 22 Paesi, dal confronto internazionale risultiamo al terzo posto per la presenza di animali domestici, i cosiddetti Pet in casa, dietro a Stati Uniti e Polonia (elaborazione dati 2016).
A livello europeo dominano la scena i gatti (74,4 milioni), seguiti dai cani (63,7 milioni), dagli uccelli (40,5 milioni), dai piccoli mammiferi (20,1 milioni) e, per finire dai rettili (6,1 milioni, fonte Fediaf 2017).
Una curiosità nell’elaborazione delle statistiche è questa: nel contesto americano, a differenza di tutto il resto dell’Europa, sono considerati animali d’affezione anche i cavalli.
In Italia si stima la presenza di 50,3 Pet ogni 100 abitanti; prevalgono i pesci (30 milioni), seguiti da: uccelli (poco meno di 13 milioni), gatti (7,5 milioni), cani (circa 7 milioni) e, infine, piccoli mammiferi e rettili (3 milioni, fonte Euromonitor International 2017).
Molte altre ricerche e studi entrano nel dettaglio evidenziando una fotografia variegata di abitudini e preferenze con un minimo comune denominatore: un mercato in continua espansione che trova salde radici nell’amore per gli animali. E non potrebbe non essere così: i Pet ci fanno compagnia e contribuiscono a percorsi di riabilitazione e terapienegli ospedali, nelle case di cura,nelle carceri, in percorsi individuali. Tanto sensibili da diventare parte della famiglia. Mi è capitato di conoscerne una, tempo fa, Cleopatra, labrador addestrata per annusare il sudore e la saliva di Lorenzo un bimbo di nove anni affetto da diabete, che riconosceva i picchi di glicemia e dava l’allarme durante la notte, portando il Kit salvavita al suo proprietario.
Ma anche solo per un abbraccio al risveglio, una corsa per strada, la vista di una presenza costante, i Pet hanno conquistato un posto nelle nostre case. Tanto da far triplicare i reparti di prodotti a loro dedicati nei supermercati e aumentare in modo considerevole la domanda di medici veterinari, portando nei carrelli della spesa delle famiglie italiane 5 miliardi di euro per la cura e il benessere degli animali domestici (2017).
A livello internazionale si stima che la Pet Economy crescerà al ritmo del 5% all’anno, ma ciò che è più importante, dal mio punto di vista, è il fenomeno sociale che sta accompagnando i proprietari di Pet, i quali sempre più considerano gli animali domestici al pari di un parente, spesso un figlio, facendo emergere nuovi bisogni nell’evoluzione del ciclo di vita economico familiare.
Tuttavia, oltre al profilo economico, si intravedono altri aspetti legati alle tutele e alle responsabilità sui quali nei prossimi anni, siamo chiamati a confrontarci. Tra il 2013 e il 2018 sono stati presentati in Italia 58 Decreti Legislativi su varie tematiche riguardanti gli animali domestici, dal loro inserimento nello stato di famiglia a una disciplina che ne regoli gli aspetti della vita quotidiana come l’accesso ai luoghi pubblici e ai mezzi di trasporto, piuttosto che misure severe per il maltrattamento e l’abbandono, nonché agevolazioni economiche per il loro mantenimento. Ma non sono stati approvati, nemmeno uno! (Rapporto Assalco – Zoomark 2018).
Non c’è da stupirsi dell’interesse che suscitano, visti gli innumerevoli studi scientifici che dimostrano quanto bene facciano agli uomini gli amici animali e le tante storie che capita di leggere in cui “loro” aspettano senza sosta, ritornano da chi hanno perso e rischiano sempre, per amore.
Maria Luisa Visione