Economia

Omicron, consumi in calo e carovita che avanza. Quanta strada ancora per tornare alla socialità?

Quanto costava una tazzina di caffè espresso al bar alla fine del 2001?

Che domanda! Costava circa 900 lire, in euro 45 centesimi. Attualmente per gustare un buon caffè espresso siamo intorno a 1 euro e 10, 1 euro e 20. Ma lo scenario economico che si è aperto dall’inizio dell’anno fa intravedere nuovi aumenti, tanto da far pensare ad alcuni addetti ai lavori che l’amata abitudine di noi Italiani potrebbe costarci fino a 1 euro e 50 nel corso del 2022. 

Così la colazione al bar completa di dolce e cappuccino sembra passare da rituale piacevole per tutti a un privilegio per alcuni. A quasi due anni dalla pandemia, insieme all’emergenza bollette, all’aumento delle materie prime e al rincaro generalizzato dei prezzi di molti beni e servizi, per consumatori e operatori, la strada della serenità economica è di nuovo piena di ostacoli.

Dal 2019 l’editoria fa registrare un crollo nei consumi di circa l’80% e magari non ce ne rendiamo conto ma questa è davvero una cattiva notizia perché significa che altre librerie e testate chiuderanno e che molti talenti non si esprimeranno, con il risultato di continuare a rinunciare a una migliore cultura e al suo sviluppo per una vita migliore, per ognuno di noi.

Al recente sondaggio dell’Ufficio studi di Confcommercio di Milano Monza e Lodi, in tre giorni hanno risposto 1017 aziende, soprattutto quelle della ristorazione, e a seguire quelle del settore servizi e di attività di vendita non alimentari, mostrando, per il 53%, l’aspettativa di un 2022 uguale all’anno passato, ma per il 25% l’attesa di un anno certamente peggiore. Un sentimento comune legato ai cambi di colore di zona che non passano, ad un eccesso di norme in ripetizione anche contraddittorie e a un clima sociale in battuta d’arresto che si allontana dal bene più importante della vita, cioè l’idea di essere una comunità.

Oggi è davvero complicato per molte attività alzare la saracinesca di fronte a continue limitazioni, veri e propri condizionamenti materiali e mentali e abitudini di lavoro che cambiano, con i conseguenti consumi più vicini all’essenziale che alle novità e al futuro. Ma, a volte, quando proprio sembra che è stato fatto di tutto e ci troviamo vicini alla resa, accade che arrivano la luce e la svolta. Nel momento più difficile, quando basta un attimo per rinunciare.

Per chi mi segue abbiamo trascorso insieme su questa rubrica i giorni difficili del lock down e tutto ciò che ne è seguito. Ho cercato di restituire sempre una lettura economica neutrale degli eventi e un orientamento alla bellezza della vita. Abbiamo iniziato l’anno con dei balzi indietro, vedi l’ancora emergenza, Omicron, i consumi in calo e il carovita che avanza.

Ma non smettiamo di credere di poter tornare a quel mondo che ci sembra tanto lontano, in cui prevaleva la speranza all’incertezza, l’azione all’idea, la socialità all’isolamento.

Ci vogliono azioni di Governo utili, oggi più che mai. Meno leggi che allontanano dai ristori che servono. Maggiore equità, nel segno della giustizia e maggiori investimenti nel sistema sanitario pubblico, che ha visto tagli per anni, e che oggi distingue tra chi viene prima e chi dopo, scrivendo una pagina tristissima della nostra storia, a mio parere.

E ci vogliamo noi che ritroviamo il senso della comunità, senza ancoraggi a termine.

Maria Luisa Visione

Francesco Laezza

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Francesco Laezza
Tags: consumicovid

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