La previdenza è un tema internazionale. Come l’Italia, anche la Germania e il Giappone presentano una percentuale di invecchiamento della popolazione crescente e sono costantemente alla ricerca di soluzioni in grado di gestire il rischio di longevità. L’Unione Europea stabilisce le linee guida per i paesi aderenti, da intendersi come cornice; le riforme previdenziali devono mantenere saldi tre principi: l’adeguatezza, la sostenibilità e la modernizzazione.
Il principio di adeguatezza ha l’obiettivo di assicurare che gli anziani non si trovino a rischio povertà, ma abbiano un tenore di vita dignitoso. Secondo i dati Inps del 2013, l’importo medio della pensione pubblica di vecchiaia è pari a € 907 per gli uomini e a € 505 per le donne. La recente indagine Istat Multiscopo sulla “Condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari” stima 5 milioni di over 65 non autosufficienti nel 2050.
Il concetto di sostenibilità finanziaria evidenzia, invece, l’esigenza di mantenere in ordine i conti del sistema previdenziale pubblico, conciliando equilibrio ed equità sociale. Per calcolare l’assegno pensionistico, attualmente, occorre dividere il totale dei contributi accumulati per la speranza di vita.
Argomenti caldi legati alla sostenibilità finanziaria sono il disegno di legge delega che vuole agganciare la pensione di reversibilità all’ISEE e la richiesta di estendere tale prestazione anche alle unioni civili.
Ma chi ha diritto alla pensione di reversibilità e come viene determinato il relativo importo? La percentuale di reversibilità varia dal 100% (coniuge con due o più figli) al 15% (ogni altro familiare avente diritto diverso da coniuge, figli e nipoti), mentre l’importo è calcolato sulla base degli anni di effettiva contribuzione del lavoratore deceduto o del pensionato. Tali percentuali si riducono del 25%, del 40% e del 50%, se cumulate con reddito superiore a 3, 4 o 5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
Legare la reversibilità all’ISEE, che tiene conto del reddito familiare e della casa, significa diminuire le tutele e penalizzare soprattutto le donne vedove.
In un contesto nel quale le pensioni medie di reversibilità sono esigue, tale soluzione è coerente con il mantenimento dei conti pubblici in ordine, ma non con il concetto di adeguatezza.
Infine, il principio della modernizzazione richiede di non ostacolare le esigenze di flessibilità e sicurezza del lavoro, di garantire la parità di trattamento tra uomini e donne e di rendere i sistemi previdenziali pubblici trasparenti e dinamici. Tutte le riforme previdenziali del passato sono state sancite sotto il baluardo della contestualizzazione.
E’ evidente che per essere certi che adeguatezza e sostenibilità siano compatibili, è necessario far riferimento al sistema valoriale su cui si fonda il nostro modello di società.
Nel prossimo articolo esamineremo in dettaglio i rischi previdenziali per trasformarli in consapevolezza e opportunità.
Il tempo del ritiro dall’attività lavorativa non deve essere solo un tempo di bisogni, ma anche un tempo di desideri.
Maria Luisa Visione
(tabella: pensionoggi.it)