Oggi il tempo da trascorrere in pensione è un tempo sociale: si vive attivamente e a lungo. Il rischio è che il proprio reddito non sia sufficiente per soddisfare le esigenze di domani. Con la pianificazione previdenziale è possibile trasformare la minaccia dei molti anni senza lavoro, nell’opportunità di avere uno stile di vita partecipato e in armonia con i desideri del futuro.
Per un’analisi consapevole delle conseguenze economiche della storia previdenziale individuale e familiare bisogna scegliere oggi lo stile di vita desiderato. Occorre quindi stimare l’età di pensionamento (nel tempo si adegua automaticamente all’allungamento della vita media). Ma è importante anche avere chiaro che c’è differenza tra quando vorrei andare in pensione e quando potrò davvero andare in pensione. Quantificato l’obiettivo pensionistico, si separano i bisogni primari da quelli secondari. I primi sono i consumi essenziali (stimati dall’Istat nel 70% dei consumi totali) e consentono la sopravvivenza materiale (alimentazione, utenze, sanità, trasporti, abbigliamento…). I secondi, invece, non sono fisiologici, ma rappresentano i desideri. Per i bisogni primari deve esserci certezza di entrata economica, indipendentemente dalla longevità. Di conseguenza, essi richiedono l’erogazione di una rendita vitalizia.
La definizione dei consumi futuri è soggettiva, ma i metodi per andare in meta attengono al processo di pianificazione, cioè a un percorso di consulenza generica che evidenzia gli scenari probabilistici e le diverse dimensioni del rischio, senza entrare nel prodotto specifico. Tale processo mostra le soluzioni confrontandole con parametri di riferimento oggettivi (benchmark).
Una corretta e accurata pianificazione previdenziale richiede di seguire un iter preciso:
1 . Quantificare gli obiettivi economici personali e familiari, prevedendo, se si vuole, anche una riserva aggiuntiva da avere a disposizione annualmente;
2. Classificare i consumi futuri in essenziali e secondari;
3. Analizzare l’apporto delle risorse disponibili;
In questo calcolo, si stima quanto deriva: dallo Stato o dalle casse previdenziali attraverso la pensione anticipata o di vecchiaia; da fondi pensione o piani individuali pensionistici; da altre risorse (TFR, immobili, capitale finanziario). Attenzione a non confondere mai la rendita vitalizia certa che non può assolutamente mancare per la soddisfazione dei bisogni essenziali, con eventuali fonti di reddito variabili da dedicare ai desideri. Occorre includere, se previsto, l’analisi dell’effetto del riscatto degli anni di laurea e del servizio militare, per stimarne la convenienza in termini di aumento dell’assegno pensionistico e/o di minori anni di versamento richiesti per raggiungere l’età pensionabile.
4. Determinare il grado di completamento tra l’obiettivo pensionistico desiderato e le risorse realmente disponibili (fabbisogno necessario);
5. Decidere la strategia utile per raggiungere l’obiettivo in tutto o in parte (tale strategia sarà implementata successivamente con la scelta di prodotti adeguati);
6. Monitorare costantemente il piano per apportare eventuali correzioni e compensare le naturali modifiche, dovute a eventi endogeni e esogeni, con il risultato atteso.
Ricordiamoci che anche non pianificare e non decidere può tradursi in un costo maggiore o in un minore beneficio.
Maria Luisa Visione