C’è qualcosa di unico nella forza di volontà con la quale Poggibonsi ha valorizzato la propria storia, con l’investimento che ha riportato ad antico splendore la fortezza medicea e il patrimonio di Poggio imperiale.
Perché è difficile immaginare nel capoluogo valdelsano qualcosa che sia ‘storico’: l’immagine che si apre davanti agli occhi è quella, solitamente, dell’unico vero polo industriale della provincia senese. Qui, appena a ridosso del declino dolce delle colline del Chianti e appena dopo le mura antiche di Siena, Monteriggioni, San Gimignano, si apre un mondo all’apparenza in contrasto con tutta questa terra che trasuda storia. Eppure, per chi scrive, è proprio in questo scontro temporale che si è creata la scintilla. Nell’istante stesso in cui dalla collina di Poggio Imperiale, che ha ‘partorito’ con gli scavi insediamenti e reperti archeologici preziosi, si vede giù in basso il profilo vivace della zona industriale e della cittadina.
Notizie storiche di Poggibonsi, anzi di Poggio Bonizio, ce ne sono eccome. Eppure quell’aspetto culturale non è mai stato in primo piano, agli occhi di chi non conosceva il patrimonio artistico del luogo. Crocevia di fondamentale importanza tra Firenze e Siena, Poggibonsi ha sempre mantenuto questo ruolo ma con un istinto diverso di cultura: quella d’impresa.
Nel fazzoletto di terra tra le due province toscane, si è sviluppata quella che Indro Montanelli definì ‘la piccola Brianza’, unico angolo della provincia dove è stata prodotta la ricchezza del territorio e che ha dato lavoro a generazioni di famiglie anche provenienti dalle zone più povere dell’Italia e del mondo.
Il boom economico di Poggibonsi è stato il sogno americano. E tante aziende serie che qui hanno le radici, dimostrano con prodotti Made in Italy il grande valore della manifattura italiana.
Poi, però, la crisi ci ha messo del suo. E ahimé, questa è cronaca che tutti conosciamo. Ecco allora che una comunità si è stretta intorno alla propria essenza e ha tirato fuori l’orgoglio, il senso di appartenenza, la voglia di rialzarsi. L’occasione è stata colta diverso tempo fa e, come l’acqua che scava la roccia, sabato 6 giugno la Fortezza è stata salutata da migliaia di persone, dalle autorità, dai sindaci che si sono succeduti negli anni e che hanno lavorato affinché la storia di Poggibonsi diventasse una nuova occasione, anche di promozione turistica.
Perché da oggi, se anche una piccola percentuale di turisti che visitano Siena, Firenze, San Gimignano, Monteriggioni, Colle si soffermassero a esplorare quello che nasconde in maniera inaspettata anche la cittadina valdelsana, Poggibonsi avrebbe vinto parte della scommessa.
Che è stata quella di saper creare ‘impresa’ da ciò che già esiste. L’istinto dei poggibonsesi è questo, da sempre, ed è un grande insegnamento per molti. Nulla di nuovo da inventarsi ma riscoprire ciò che esiste.
E non si tratta solo dello spettacolo, del clamore del giorno di Poggio imperiale che ha riunito migliaia di persone sotto le mura della rinnovata fortezza medicea con esibizioni e rievocazioni storiche. Si tratta di sapere come gira l’economia, di intuire e anticipare, di rincorrere anche le tendenze e di farle proprie con nuove idee, di cogliere le opportunità dei finanziamenti e saperli gestire con oculatezza e concretezza, di sapersi rimboccare le maniche e lavorare. Soprattutto, di saper lavorare insieme.
Sotto alle mura medicee restaurate, quattro porte portate a nuovo splendore, nuova illuminazione, oltre un chilometro e mezzo di camminamenti sopra la cinta muraria che offrono un panorama bellissimo sulle colline del Chianti, su castelli, chiese, su San Gimignano, c’erano amministratori del passato e del presente, insieme.
Sette milioni di euro e un volto rinnovato che dalla Fortezza al Cassero, dall’archeodromo alla fonte delle fate, sono il risultato di un imponente intervento di restauro al quale hanno partecipato anche i rappresentanti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Toscana, della Fondazione Mps che ha contribuito a suo tempo, del Prefetto Renato Saccone. Presenti i quattro ex sindaci di Poggibonsi che hanno portato avanti il progetto di valorizzazione della collina di Poggio Imperiale: Marcello Gentilini, Fabio Ceccherini, Luca Rugi, Lucia Coccheri. Presente Giacomo Bassi in rappresentanza della Provincia di Siena, numerosi sindaci e amministratori di Comuni del senese e del fiorentino. Un motivo di orgoglio in più per il giovane sindaco David Bussagli e per i suoi collaboratori.
Un progetto di ampio respiro che, dopo il clamore, vorrà appunto vedere in faccia i fatti, la capacità di dare seguito a ciò che è stato iniziato perché è qui che viene fuori il valore dei gesti.
Un progetto che però non prescinde dalle radici del territorio, quindi dalla capacità di salvaguardare e valorizzare le imprese. Perché anche in tempi recenti in molti ci hanno provato – e ci stanno provando – dopo aver ‘succhiato’ tutto ciò che era possibile succhiare all’economia del capoluogo; si sono spostati verso le ambìte prede del vero tessuto produttivo: le aziende poggibonsesi. Una ‘politica’ malsana della quale ormai siamo vittime a tutti i livelli, una gestione che arricchisce le tasche di pochi a discapito del benessere della res publica e che tenta di entrare anche dove finora è stato portato avanti un buon lavoro, per succhiare in modo indiscriminato energie e risorse. Per seccare anche quella fonte di piccola prosperità per la quale le aziende hanno lavorato.
Anche questa scommessa, dunque, dovrà essere vinta da una Poggibonsi che troviamo attenta a dare valore al proprio patrimonio culturale ed economico, consapevole che l’uno senza l’altro non possono esistere. Ed è su questo che la cittadina potrà davvero vincere.
Ma oggi è ancora il giorno del restauro della Fortezza Medicea voluta da Lorenzo il Magnifico e progettata da Giuliano da Sangallo, che si inserisce nel progetto che ha interessato negli anni tutta la collina di Poggio Imperiale. Il Cassero della Fortezza è già completamente restaurato dai primi anni duemila, ed ospita una Piazza d’Armi che è una terrazza affacciata sulle colline del Chianti. Già restaurati anche i bastioni. L’interno della Fortezza ospita importanti scavi archeologici con un villaggio altomedievale preesistente alla Fortezza, unico in Europa. Dallo scavo e dalla nascita del Parco Archeologico ha preso corpo la realizzazione dell’Archeodromo che riproduce in scala 1:1 il villaggio (progetto che vede protagonista il Dipartimento di archeologia dell’Università di Siena e che coinvolge docenti ed archeologi ogni fine settimana per mantenerlo in vita).
Katiuscia Vaselli
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