Approvata la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza con le analisi delle tendenze economiche in corso e le previsioni di finanza pubblica.
Rallenta la crescita globale italiana, sia a causa delle dinamiche legate al ruolo chiave delle forniture di gas per i prossimi mesi e all’aumento dei prezzi energetici, sia al repentino rialzo dei tassi d’interesse in risposta alla crescita dell’inflazione. Un quadro difficile per le prospettive economiche a cui si aggiunge l’allargamento dello spread tra i nostri Titoli di Stato e i Bund tedeschi, che comporta una maggiore spesa per interessi.
I rischi geopolitici in atto rappresentano variabili complesse in grado di generare impatti ed esiti non prevedibili a priori. Tuttavia, nella NADEF gli scenari di crescita evidenziati, al netto dell’azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure sono i seguenti: PIL al 3,3% per quest’anno e in discesa allo 0,6% per il 2023; valori di PIL uguali al DEF per il 2024 e il 2025 (rispettivamente 1,8% e 1,5%).
Per quanto riguarda l’inflazione, nella Nota si continua a prevedere che il tasso inizi a scendere alla fine dell’anno. Previsione a mio avviso piuttosto ottimistica, pure se, rispetto alle retribuzioni, si legge che un primo recupero del potere d’acquisto avverrà solo a partire dal 2024. Quindi lo squilibrio rispetto ai consumi e al carovita rimarrà ancora per molto.
Per il rapporto tra il debito pubblico e il PIL si prevedono livelli migliorativi: in discesa netta nel 2022 al 145,4% dal 150,3% registrato nel 2021, e con una diminuzione fino al 139,3%, a tendere nel 2025. Inoltre, i livelli di deficit in rapporto al PIL si stimano più bassi nel 2022 e nel 2023 e lievemente più elevati nel 2024 e nel 2025.
Previsioni definite nella Nota “rassicuranti”, anche se si ricorda che nel 2024 rientrerà in vigore il Patto di stabilità e crescita, nella versione che scaturirà da una consultazione che la Commissione Europea aprirà prossimamente, in base a una sua proposta di riforma delle regole fiscali. Quindi, scenario in evoluzione per capire se ci saranno cambiamenti o rivisitazioni su politiche di austerità per rientrare nei parametri.
Naturalmente sul tema degli investimenti pubblici e privati si fa riferimento e si confida nelle ingenti risorse stanziate dal PNRR, con la stima di circa 21 miliardi di euro di spesa effettiva per quest’anno e le restanti risorse di 170 miliardi di euro da spendere nei prossimi tre anni e mezzo.
Leggendo le continue notizie giornaliere del costo dell’olio di semi che supera quello dell’olio di oliva, della stangata di +59% sulle bollette della luce, di aziende che chiudono per i costi energetici insostenibili, le previsioni riportate sembrano, a mio avviso, un po’ distanti dalla vita reale. Molto vicine ai conti pubblici, ma piuttosto lontane dalla vita vera dei cittadini.
Mancano le politiche di bilancio che saranno l’unico contraltare alla politica monetaria, che per ora proseguirà nella strada dell’aumento dei tassi di interesse, nonostante il quadro recessivo dietro la porta.
Ma la strada da qui alla fine dell’anno si prospetta lunga e tortuosa.
Maria Luisa Visione