Facciamo un esperimento: quanto ci sentiamo vicini all’opinione media che viene fuori dalle indagini sul vissuto della seconda ondata pandemica?
Come sapete le indagini vengono condotte a campione e rappresentano una bussola di riferimento in genere sul sentiment della media delle persone. Sono i riferimenti operativi di molti protagonisti che possono orientare scelte e strategie. La sensazione è che a volte rappresentino solo in parte ciò che pensiamo davvero, e questa distanza può trasformarsi proprio in quel gap di percezione tra realtà dei fatti di chi vive e coloro che decidono sulla carta, a livello politico, economico e sociale.
Riflettiamo su due cifre di natura economica presentate dall’Istat nella sua recente indagine di osservazione condotta tra dicembre 2020 e gennaio 2021, a quasi un anno dall’esplosione del virus. Più di un quinto della popolazione ha avuto difficoltà a sostenere i propri impegni finanziari (mutui, bollette, affitto) e a mantenere il tenore di vita precedente, mentre circa la metà crede che la situazione economica peggiorerà. Traduciamolo in concreto pensando a 5 persone che conosciamo: più di una di loro deve aver visto peggiorare post Covid19 la propria situazione economica. Poi facciamo mente locale su altre due persone: una di loro deve aver mantenuto l’ottimismo sulla ripresa dell’economia italiana, nonostante tutto.
Com’è andata tra i vostri conoscenti, parenti e amici: meglio o peggio di quanto rileva l’Istat?
Andiamo in profondità sulle evidenze emerse dalle risposte degli intervistati:
Non sembrano ad occhio grossi numeri, eppure nel complesso si tratta di oltre 11 milioni di persone che a tutti gli effetti negativi prodotti da questa pandemia, sullo stato d’animo, sulla salute, sull’umore, dalle restrizioni, dalla persistente attesa di DPCM, annessi e connessi, hanno dovuto far fronte a una nuova situazione economica, diversa e peggiore rispetto a quella di prima. All’interno di questi 11 milioni ce ne sono ben 3 che hanno incontrato problemi nell’affrontare le spese alimentari durante la seconda ondata.
Allora soffermiamoci un attimo. Pensiamo a coloro che abbiamo intorno, a chi è più visibile, e a chi, invece, è invisibile, spesso ai nostri occhi. Riportiamo nella realtà più vicina al nostro sguardo e al nostro cuore numeri che ad occhio sembrano solo numeri, ma che, invece, riguardano vite e persone che possiamo conoscere.
Poi proviamo a pensare alle nostre città e a immaginarle piene: di negozi aperti, di botteghe artigiane, di gente che cammina, si incontra, ride e parla. Scorgiamo, magari, guardando in alto due innamorati al lume di candela, in un tavolo, all’interno di una sala vista mondo.
Tornando a casa guardo dentro una palestra, di quelle con le grandi vetrate, ci sono tante persone che si allenano e stasera andrò alla presentazione di un nuovo libro, con rinfresco. Saluto al telefono la mia migliore amica: che bello andrà ad un concerto dopo più di due anni! E poi ne approfitterà per fare un salto, domani, a una mostra di pittura contemporanea.
Piccole cose, pensieri di normalità eccezionale in una vita che esplode se ci siamo dentro tutti: visibili e invisibili.
Maria Luisa Visione
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