Quale futuro per le multinazionali Whirlpool e Gsk a Siena?

Abituati ad uno scenario di difficoltà economiche diffuse un po’ ovunque, la notizia arrivata nei giorni scorsi dalla Whirlpool è stata una insperata schiarita. Dopo 3 anni nei quali i lavoratori senesi della multinazionale statunitense, il cui numero è nel tempo progressivamente sceso fino ai 308 dipendenti attuali, hanno lavorato con turni dimezzati di sole 4 ore in stabilimento, a partire dall’11 maggio potranno invece tornare all’orario pieno di 8 ore. L’azienda ha quindi sospeso per il mese di maggio gli ammortizzatori sociali in atto ormai da tre anni. E’ un primo passo, e la novità varrà unicamente per tre settimane del mese di maggio, ma si tratta comunque di una notizia positiva. E va celebrata come tale, anche perché di notizie positive in giro al momento non ce ne sono tante.

WHIRLPOOL La multinazionale statunitense ha riaperto la sua produzione il 23 aprile, prima che arrivasse il benestare dal governo. Nei giorni precedenti l’azienda aveva trovato un accordo con i sindacati relativamente alla sicurezza sanitaria negli stabilimenti: a tutti i lavoratori al momento del loro arrivo nel sito produttivo viene misurata la febbre, poi vengono loro consegnati guanti e mascherine. Nei locali della fabbrica è stato posizionato un po’ ovunque gel igienizzante e sono stati adottati provvedimenti per rendere effettivo e concreto il distanziamento sociale sulle linee produttive, in sala mensa e in sala riunioni.

LA RIAPERTURA Dopo l’accordo sulla sicurezza sanitaria con i sindacati l’azienda ha forzato la mano. “Dovete tornare subito al lavoro – hanno detto i responsabili locali Whirlpool ai lavoratori – perché abbiamo avuto nuovi ordini da rispettare in tempi brevi”. E lì si è aperta una frattura con la Fiom Cgil, con il sindacato che chiedeva di rispettare le tempistiche predisposte dal governo per le riaperture a livello nazionale. Così invece non è accaduto. La Fiom Cgil è passata all’attacco: “La necessità di anticipare la riapertura dello stabilimento di Siena, aggirando le limitazioni dei decreti governativi, è avvenuta, così dichiara l’azienda, per rispondere ad una importante richiesta di volumi che ha provocato nelle scorse settimane un graduale svuotamento del magazzino. La Fiom-Cgil, dopo diversi anni in cui il polo produttivo di Siena è stato colpito da una crisi profonda, coglie con soddisfazione questa importante necessità di produrre. Ci aspettiamo quindi nei prossimi giorni che l’azienda proceda alla sospensione degli ammortizzatori sociali in atto, organizzando le due linee di produzione in modo tale da garantire a tutti i dipendenti le 8 ore lavorative (invece delle 4 attuali) per riuscire finalmente ad assicurare loro un salario dignitoso”.

A MAGGIO ORARIO PIENO Alla fine questa speranza è divenuta realtà, grazie effettivamente a ordini arrivati nel sito produttivo di viale Toselli. Ben 280 dipendenti della Whirlpool torneranno dall’11 maggio all’orario pieno lavorativo, potendo quindi avere anche una remunerazione più significativa rispetto al recente passato. “Esprimiamo per il momento soddisfazione per il fatto che l’emergenza Covid-19, nella sua generale drammaticità, possa aver avuto un risvolto positivo in termini di volumi per lo stabilimento di Siena e che alla nostra richiesta di ritorno ad un orario di lavoro pieno con la sospensione degli ammortizzatori sociali l’azienda sia riuscita a rispondere prontamente. La speranza ora è che questo possa essere solo l’inizio di una graduale ma costante crescita dei volumi per permettere al polo senese di rispondere positivamente anche a quel piano industriale sottoscritto nel 2018 con le organizzazioni sindacali e che fino ad oggi l’azienda non è riuscita a rispettare”.

LA VISITA DEL SINDACO Giovedì mattina il sindaco di Siena Luigi De Mossi ha voluto visitare in prima persona lo stabilimento per vedere con i propri occhi gli accorgimenti adottati in termini di sicurezza sanitaria e per avere un confronto con i responsabili locali della multinazionale statunitense e con i sindacati. “Un investimento di questo genere merita di essere sostenuto, chi ci lavora merita di avere occupazione e la città merita una fabbrica di queste dimensioni – ha dichiarato De Mossi –. Qui alla Whirlpool si deve continuare a lavorare. I gioielli come questo stabilimento devono essere mantenuti e se possibile incrementati. Per me questo è l’inizio di un percorso che spero possa proseguire con il rispetto degli accordi presi dall’azienda. Devo dire che l’azienda ha sostenuto uno sforzo significativo in termini di sicurezza sanitaria, e questo dimostra che la multinazionale crede in questo stabilimento. Qui ci sono occupazione e qualità. Spero che il provvedimento preso per maggio possa proseguire ed avere validità anche per i mesi successivi. Per la città di Siena avere un sito produttivo come questo significa tanto, più di trecento persone occupate in questa fabbrica sono tante per la nostra realtà”.

Sono ben 15mila i pezzi ordinati allo stabilimento senese nel mese di maggio, ha fatto sapere il capo del personale della fabbrica senese Filippo Villa. Tuttavia molti dipendenti hanno scelto e accettato gli incentivi proposti dall’azienda per lasciare la Whirlpool: in viale Toselli dai 420 dipendenti di due anni fa si è passati ai 350 di inizio 2020. Negli ultimi due mesi altri 42 lavoratori hanno lasciato l’occupazione in fabbrica, oggi i dipendenti senesi della Whirlpool sono 308.

GSK Adesso si attendono buone nuove anche dalla Gsk, la multinazionale britannica che ha a Siena e a Rosia due siti produttivi nei quali lavorano oltre 2mila persone. A fine febbraio la multinazionale ha fatto sapere di voler ridurre il personale di 61 unità. La trattativa con i sindacati sarebbe dovuta iniziare a marzo, ma a causa dell’emergenza Coronavirus è stata rinviata a maggio.

IN 61 RISCHIANO IL POSTO Dall’azienda affermano che “questo processo non riguarda solamente i siti produttivi di Siena e di Rosia, ma viene portato avanti a livello globale. L’obiettivo di Gsk è avere un’azienda sempre più competitiva per continuare ad essere sostenibile in una scenario internazionale in costante evoluzione, attraverso un processo di miglioramento continuo. La visione globale si basa sui bisogni di salute pubblica a livello mondiale, attraverso lo sviluppo e l’utilizzo di nuove tecnologie e la necessità di una sempre maggiore collaborazione tra area di ricerca vaccini e pharma. L’azienda dovrà essere sempre più innovativa, con una struttura più snella e veloce, e capace di accelerare i processi prioritari. Questo processo segue una visione di lungo termine per lo sviluppo dei siti produttivi e di ricerca anche di questo territorio, dichiarati entrambi strategici dalla società. Da maggio ripartiranno le consultazioni al fine di definire tutte le opzioni possibili nell’ambito della prassi di queste procedure nel rispetto delle persone. Ci auguriamo di arrivare ad un accordo con le organizzazioni sindacali. L’intento è rimanere efficienti e competitivi sul lungo periodo”.

Ma questa posizione, naturalmente, non può piacere ai sindacati, che si augurano che Gsk faccia un passo indietro e ci ripensi. “Mentre alcune aziende senesi che operano nell’ambito dei vaccini stanno assumendo, vedi VisMederi, altre di dimensioni ben più importanti si apprestano, paradossalmente, a ridurre la forza lavoro – dicono dalla Filctem Cgil –. E’ il caso della Gsk Vaccines, la quale, nonostante le richieste presentate unitariamente dalle parti sindacali affinché la procedura di licenziamento presentata lo scorso febbraio per 61 posizioni lavorative venisse ritirata, ha deciso di confermare il proprio intento, indirizzato a contrarre nel corso del biennio 2020-2021 il numero complessivo dei propri dipendenti. Si tratta di una decisione fuori da qualsiasi logica, che non tiene assolutamente conto del mutato scenario dovuto all’emergenza epidemiologica che ha investito l’intero pianeta, e tanto più nel momento in cui la stessa Gsk ha reso noto l’accordo raggiunto con Sanofì per sviluppare un vaccino antipandemico sulla scorta delle specifiche esperienze già acquisite in passato da ognuna delle due multinazionali. Non ci sottrarremo al confronto che ripartirà nella prima settimana di maggio su questa tematica, confidando su un atteggiamento da parte aziendale più aderente al concetto di costruttive relazioni sindacali, essenziali all’individuazione comune di soluzioni che salvaguardino i livelli occupazionali e che lascino libertà individuale di scelta da parte dei lavoratori interessati”.

Gennaro Groppa