Il rincaro delle bollette non sembra destinato a finire.
Lancia l’allarme L’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente in vista del primo quadrimestre del 2022, che sembra prospettare un ulteriore aumento, in linea di continuità con l’ultima parte dell’anno in corso.
Non ci sono i numeri definitivi ma si parla di circa il 50% per la bolletta del gas e di un rincaro di quella della luce, compreso tra il 17% e il 25%. Quindi, cifre significative che metteranno in difficoltà famiglie e imprese.
Dal canto suo il Governo, con qualche operazione contabile, raccoglie risorse da destinare al fondo anti-bollette, ma la situazione è rovente e lo rimarrà anche l’anno prossimo, perché misure transitorie potranno avere solo un effetto di breve periodo. Questo è il motivo per cui si riapre ancora il tema delle famiglie in difficoltà, da un lato, e quello delle imprese che per funzionare devono sopportare alti consumi energetici, dall’altro. Ricordiamo che, nel primo intervento governativo varato a settembre, tali imprese non erano state ricomprese nelle agevolazioni, per mancanza di fondi.
Per affrontare davvero la questione, però, bisogna mettere le mani nelle singole voci che compongono le bollette, operazione non semplice e matassa articolata da dimenare, in quanto all’interno della struttura dei costi ci sono una serie di oneri, cosiddetti di sistema, pagati da tutti, che cubano diversi miliardi di euro.
Cosa sono gli oneri di sistema? Nel caso della bolletta elettrica, ad esempio, sono voci che finanziano attività di interesse generale per il sistema elettrico nazionale; il problema è che nel tempo sono andati ad aumentare.
Attualmente le aliquote da applicate a tutti i contratti di utenza sono distinte in oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili e alla cogenerazione (ASOS) e oneri rimanenti (ARIM).
All’interno di ASOS ci sono costi destinati a sostenere gli incentivi alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione Cip 6/92; il nome deriva da un provvedimento del Governo del 1992, adottato per premiare l’energia da terzi e ceduta alla rete elettrica nazionale proveniente da fonti verdi, rifiuti o impianti ad alta efficienza. Inoltre, sempre all’interno di ASOS ci sono agevolazioni per i cosiddetti energivori, imprese a forte consumo che, diversamente, verrebbero penalizzate.
ARIM, invece, prende per differenza tutti gli oneri di sistema che rimangono; parliamo di qualcosa meno del 20% sul totale in termini di peso; finanziano, tra l’altro, lo sviluppo tecnologico e industriale e la messa in sicurezza del nucleare.
Ulteriore voce che pesa per ben il 12,6% del totale della spesa sulla bolletta elettrica e per ben il 35,6% in quella del gas è data dal totale di accise, Iva e addizionale regionale.
La strada della revisione e del taglio, almeno in parte, delle voci di sistema necessiterebbe di trovare compensazione: si ipotizza la leva fiscale, ma per adesso, non ci sono conclusioni di equilibrio risolutive.
Naturalmente per noi utenti i continui rincari delle bollette e l’aumento generalizzato dei prezzi non sono un segnale che ci rassicura, nonostante le previsioni rosee di crescita del PIL.
Difficile credo vedere una duratura ripresa dei consumi per adesso. Nel carrello della spesa rimane la parola risparmio.
Maria Luisa Visione