La propensione al risparmio delle famiglie italiane è continuata a crescere nonostante il rallentamento economico: frutto di una cultura di lungo corso e complice l’incertezza del contesto economico.
Noi tutti alimentiamo un cassetto mentale dal nome “imprevisti” per il quale, a seconda delle possibilità, preserviamo una parte del reddito disponibile. La riflessione che propongo trova spunto nella recente Giornata Mondiale del Risparmio ed è legata a due temi: la sostenibilità e la pianificazione.
Quando l’economia cresce, cresce di conseguenza anche il risparmio privato su una traiettoria costante. Questo concetto ha caratterizzato l’economia personale di tanti genitori e nonni, insieme alla fiducia nel futuro e ad un mondo in progresso continuo, creando ricchezza per le generazioni successive.
Il valore del risparmio è prima di tutto un elemento educativo. Certo, direte voi, ma se i soldi che entrano non sono sufficienti a coprire le uscite, come si fa a risparmiare?
Vero, eppure, nonostante la mancata crescita dei salari e redditi italiani fermi a 20 anni fa, la propensione al risparmio, cioè quanto in percentuale sul reddito disponibile non si spende, cresce. Perché? Sono forse diminuiti bisogni ed esigenze finanziarie?
Diverse possono essere le risposte, eppure, si ritrovano tutte in un comune denominatore, che scatta in automatico quando il contesto esterno non riesce più ad assicurare quella linea continua di crescita economica che ognuno di noi desidera: si spende meno e meglio in quantità e qualità le risorse di cui si dispone, perché prevale la motivazione di non essere impreparati domani ad eventi sfavorevoli.
Quindi, di fronte alla necessità, siamo incentivati a risparmiare di più.
Proviamo a mettere in relazione il risparmio con il concetto di sostenibilità. Ad esempio, in tema di raccolta differenziata, nella città di Parma, l’incentivo “più differenzi e meno paghi” ha funzionato, dimostrando che quando si aggancia un comportamento virtuoso a un beneficio, che, in questo caso è il risparmio in bolletta, in quanto grazie alla maggiore differenziazione dei rifiuti, si paga meno TARI, si attiva un meccanismo, dal quale si può avviare un processo virtuoso per tutti.
Se trasliamo figurativamente questo concetto alle cose che si continuano a produrre in quantità eccessiva rispetto alle necessità, anche alcuni negozi nei quali oggi si barattano gli oggetti, potrebbero avviare un processo virtuoso di risparmio. Anziché continuare a buttare le cose che non servono più si scambiano, riducendo nel contempo l’impatto sul Pianeta di una moltitudine di componenti difficili o impossibili da smaltire. Il riuso delle cose sta diventando sempre più diffuso in questi ultimi anni, pensate a quanti video-tutorial ci capitano ogni giorno su questo tema nei social.
Così come orientarci a uno sviluppo sostenibile trae origine nel ripensare soprattutto i comportamenti, la protezione del valore del risparmio, deve tornare ad essere un elemento di educazione finanziaria.
Nelle scuole, per insegnare a bambini e ragazzi, quanto è importante riprogettare il futuro, risparmiare per un obiettivo, per un sogno. Verso gli adulti, per tenere in equilibrio i conti, non erodere ricchezza e non esporsi a indebitamento eccessivo.
Re-imparare tutti a pianificare attraverso il risparmio può essere davvero utile.
Se poi riusciamo a farlo non per necessità ma per acquisire una buona pratica nella gestione del denaro, lo è molto di più.
Maria Luisa Visione
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