La tecnologia rivoluziona ogni giorno il nostro modo di vivere. Un cambiamento continuo che avviene tanto velocemente da non farci sempre scorgere la differenza tra minacce e opportunità che ne possono derivare.
Svariati studi e ricerche convergono su un futuro caratterizzato dall’incremento di robot nelle imprese e da lavori che ancora devono essere inventati. Molti mestieri domani saranno automatizzati. Piace sempre di più lo stile open in ogni settore, privato o pubblico; dall’arredamento negli uffici alla condivisione di mansioni, ruoli e responsabilità.
Il mondo è sempre cambiato e sempre cambierà. L’uomo, per sua natura, è capace di adattarsi e di ricontestualizzarsi.
Oggi, accanto al fantasma della perdita di posti di lavoro, report e paper valutano anche impatti positivi come l’aumento della produttività o della sicurezza, rilevando che l’utilizzo della robotica non coincide sempre con l’incremento della disoccupazione.
Il Rapporto Economico Ocse sull’Italia 2017 indica, tra le sfide da affrontare, proprio la crescita della produttività e il sostegno all’occupazione. Mi ha colpito, però, accanto a tali obiettivi, quello del miglioramento delle competenze.
La fotografia dell’Ocse sulle competenze in Italia ci racconta:
disoccupazione che resta alta; competenze dei lavoratori italiani troppo basse; “skil mismatch”, ovvero divario tra le competenze reali e quelle effettivamente richieste per svolgere il lavoro, alto; spesa per le politiche di ricerca del lavoro e formazione modesta; risultati scolastici migliorati, ma ancora migliorabili; necessità di maggiore istruzione e formazione professionale nella scuola di livello superiore.
In sintesi, conta molto la capacità che un Paese ha di integrare e assorbire le innovazioni tecnologiche al suo interno. Se è vero che negli Stati Uniti sono stati creati posti di lavoro dai robot nel settore automotive, ricordiamo che la Casa Bianca ha messo sul piatto miliardi di dollari per rilanciare l’industria automobilistica nel 2009, sapendo di perderne una parte, ma decidendo comunque di sostenere il settore e di creare nuovi posti di lavoro.
Il filo del ragionamento è che non è utile contrastare l’evoluzione tecnologica, anzi occorre comprenderne le potenzialità e utilizzarle per avere vantaggi. Anche in Germania, l’incremento dell’utilizzo della robotica non ha avuto effetti negativi sull’occupazione. Inoltre, la forza del corretto utilizzo della tecnologia nel mondo del lavoro è nell’evoluzione delle abilità e delle competenze: le persone attraverso la specializzazione diventano capaci di assumere nuovi ruoli e nuove funzioni, in un contesto di condivisione sulle piattaforme virtuali e sui social web.
Nei lavori manuali il progresso tecnologico può restituire efficienza e maggiore sicurezza. Ma, soprattutto, se utilizzato a servizio della qualità della vita, può condurre a una flessibilità che non corrisponde a far uscire facilmente le persone dal mondo del lavoro, ma a consentire loro di lavorare quando, dove e come si vuole, con un sistema di controllo e di verifica efficaci. Così il tempo guadagnato sarà indirizzato a ciò che si desidera. Magari alla gestione delle relazioni. Abilità non sostituibile dai robot.
Maria Luisa Visione