Russia-Ucraina, il peso della crisi sull’economia senese: rischiano vino, agroalimentare e metalmeccanica

L’escalation c’è già stata e le diplomazie trovano sempre più difficoltà ad evitare l’aggravarsi di una crisi che può fare sprofondare di nuovo l’Europa nell’abisso della guerra.

E mentre quanto sta accadendo tra Russia e Ucraina spaventa il mondo Siena e provincia si interrogano su quelle che possono essere le ripercussioni per le già stremate imprese del territorio. L’impatto che rischia di abbattersi sulla nostra economica, secondo il presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi, potrebbe colpire maggiormente agroalimentare, vitivinicolo e metalmeccanica, settori particolarmente attivi in quella Regione euroasiatica.

“Stiamo ragionando di 12 milioni di esportazioni nel 2020 verso la Russia e 5milioni e mezzo verso l’Ucraina. Questi sono solo numeri ‘diretti’: bisogna considerare anche gli indotti ed i riverberi sui vari settori economici, anche qui ci sono dati molto importanti”, spiega il presidente dell’Ente aggiungendo che “le esportazioni avevano vissuto un miglioramento anche nel passaggio dall’epoca pre-covid alla fase pandemica”, ma che ora “rischiano una battuta di arresto”

La velocità con cui la vicenda si è evoluta non ha dato alle aziende il tempo di reagire: “tutto è stato repentino – sottolinea Guasconi-. Le imprese forse sono ancora smarrite e non hanno metabolizzato le possibili conseguenze”.

Ci sono infine i due fronti del caro bollette e delle materie prime: “l’impennata dei costi di reperimento dei beni energetici preoccupa decisamente -evidenzia Guasconi -, parliamo di un bene che per alcune realtà è un vero e proprio strumento di sopravvivenza. Alcune merci che vengono importate nel nostro territorio rischiano di non arrivare e le aziende potrebbero non garantire le stesse performance di risposta alla domanda, come hanno fatto nello scorso anno”.

MC