Attuato il rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE in riposta alla complessa situazione economica e all’inflazione in accelerazione, e comunicato il funzionamento dello scudo anti-spread al mercato.
Difficile capire oggi se la combinazione dei due ingredienti sarà capace di difendere i Paesi europei che presentano il debito pubblico più alto e consentire all’economia reale di non arrestarsi. Certo è che lo scudo, TPI (Transmission Protection Instrument) ha condizioni ben precise per gli Stati che ne chiederanno l’attivazione e viene adottato sulla scia della memoria della crisi dei debiti sovrani del 2011.
Le condizioni palesate le abbiamo lette in questi giorni: acquisto di Titoli di Stato ed eventualmente di altri bond con scadenza fra uno e dieci anni, decisi in maniera discrezionale dal Consiglio Direttivo, Europeo in base ad una valutazione accurata e severa. Il Paese destinatario non deve trovarsi in condizione di disavanzo eccessivo; non deve essere sottoposto a procedura per squilibri macroeconomici eccessivi; il suo debito pubblico deve essere sostenibile – la valutazione di tale sostenibilità è a cura della Bce stessa, insieme alla Commissione europea, al Meccanismo Europeo di Stabilità e al Fondo Monetario Internazionale – e, infine, deve rispettare l’impegno preso con il PNRR nell’ambito del semestre europeo.
È evidente l’ampio margine di discrezionalità nel decidere se attivare il TPI o meno, quando il Paese che ne avrà bisogno si troverà di certo già in difficoltà, sotto scacco sui mercati finanziari. Inoltre, non è fissata, stando alle notizie attuali, una soglia di spread di attenzione, per la quale tale scudo scatta perché necessario; nessun automatismo, in sostanza. L’intervento della BCE è a condizione che…lasciando diversi dubbi, almeno per quanto palesato finora.
Non possiamo sapere in anticipo quale sarà l’andamento dello spread dell’Italia e se un’eventuale salita avverrà in modo repentino o meno, ma va ricordato che dal 2011 ad oggi, e da quella ferita, è passato un tempo davvero breve nella percezione e nella preoccupazione delle persone. Inoltre, la pandemia ha lasciato strascichi importanti, e l’aumento dei prezzi al consumo inizia a farsi sentire in tante famiglie.
Va precisato che i due fronti di intervento della BCE sono diversi, in quanto la manovra dei tassi rientra nell’ambito della politica monetaria restrittiva, mentre sullo spread, entrano in gioco aspetti speculativi, di potenziale forzatura, che avanzano quando si è politicamente vulnerabili.
Tuttavia, pensare che non possa esserci frammentazione tra i Paesi aderenti credo sia quanto meno ingenuo.
Nei prossimi mesi navigheremo a vista, come sembra che farà la BCE, con interventi graduali.
Il timore che inasprendosi le condizioni dell’economia reale, ci possano essere, di conseguenza, tensioni sociali, c’è. È un momento storico ancora una volta difficile, per il quale occorrono nervi saldi e la responsabilità individuale di decidere come farsi governare.
Maria Luisa Visione