Il gruppo Sena Civitas interviene sulle vicende di Banca Mps e sulla trattativa con UniCredit: “Riguardo alla operazione Unicredit-Mps – si legge in una nota del gruppo – nelle ultime ventiquattro ore abbiamo registrato due importanti eventi, anche se probabilmente nell’ordine sbagliato. Il primo è stata l’audizione del Ministro del Tesoro Franco di fronte alle Commissioni Finanze di Camera e Senato riunite. Il secondo è stata la pubblicazione della semestrale di Banca Mps che, come da più parti era stato ventilato, ha fatto registrare dati estremamente positivi e che confermano quanto di buono era stato già visto in occasione della prima trimestrale 2021. La prima considerazione che ci viene spontanea è che forse il Ministro avrebbe potuto aspettare l’uscita dei dati semestrali di Mps, prima di esporre la posizione del Governo. Ne avrebbe guadagnato la solidità della posizione stessa perché si sarebbe sottratta al sospetto (che a questo punto ci è venuto) di voler far ‘passare in giudicato’ la scelta di vendere Mps ad Unicredit, prima che l’opinione pubblica potesse chiedersi se questa sia davvero la scelta migliore”.
Prosegue il gruppo Sena Civitas: “Ma proprio alla luce dei numeri che finalmente, dopo anni di sacrifici ed esclusivamente per i meriti del personale della Banca, il Monte sta cominciando ad esprimere, sono anche altre le considerazioni che ci vengono in mente. Per esempio: è davvero saggio e coerente con gli interessi del Paese presentarsi, come ha fatto ieri sera il Ministro, dicendo che Unicredit è la sola strada percorribile per la messa in sicurezza del Monte dei Paschi? E’ davvero saggio sostenere ciò e dichiarare nel contempo che il tempo a disposizione per definire i contorni dell’operazione sono strettissimi, al fine di rispettare gli impegni presi con la Commissione Europea? Non è che per caso, in questo modo, si sta regalando alla parte acquirente un vantaggio negoziale abnorme, dichiarando senza mezzi termini di essere, come si suol dire, ‘alla canna del gas’? E poi: il fatto che alla guida di Unicredit vi sia un oggi manager che a suo tempo fornì una importante consulenza a favore di chi vendette Antonveneta a Banca Mps (la ‘madre’ di tutte le sciagure del Monte), che il Presidente di Unicredit sia l’ex Ministro del Tesoro che ha sottoscritto quegli accordi con la Commissione Europea e che l’attuale Presidente del Consiglio sia quel Governatore della Banca d’Italia che all’epoca dette il via libera all’operazione Antonveneta; ecco, tutto questo non dovrebbe consigliare un po’ di prudenza e trasparenza in più a chi oggi si trova a gestire presso il Ministero del Tesoro questa bella patata bollente?”.
Conclude il gruppo: “Nel nostro piccolo ma forti della nostra libertà da ogni precedente condizionamento e legame con la recente storia del Monte, ci permettiamo di dare un consiglio al Ministro Franco: prenda tempo, non ceda alla fretta. La Banca sta finalmente diventando redditizia, gli accordi con la Commissione risalgono al 2017 e da allora abbiamo vissuto una pandemia senza precedenti, intorno al Monte continuano a muoversi intrecci strani, guarda caso sempre dello stesso colore politico. Si dedichi quindi alla stesura di un vero e credibile piano B, quello che, ad esempio, possa vedere il Monte andare a costruire un polo dedicato al centro-sud del Paese (ha notato signor Ministro che ormai sotto il Po è rimasto solo il Monte come banca di un certo rilevo in Italia?), andando a ricercare in soggetti come Mcc o – perché no? – BancoPosta, lo sposo giusto per il Paese, per i lavoratori e per il territorio di Siena e della Toscana? Un piano B, tra l’altro, le permetterebbe di sedersi al tavolo con Unicredit non da sconfitto in partenza, ma da giocatore alla pari. E, ci creda, sarebbe una bella differenza”.