L’associazione Siena Ideale pone l’attenzione sull’inflazione, uno dei temi del momento e di maggiore preoccupazione. E pubblica questo intervento a firma di Alfredo Monaci, presidente dell’associazione: “L’inflazione tornata ai livelli del 1986, insieme alle elezioni politiche – scrivono da Siena Ideale – monopolizza l’attenzione dell’opinione pubblica in questa rovente estate. Ma l’insistente dibattito elettorale rischia di metterla in secondo piano; ed è un problema, perché la fiammata dei prezzi riguarda imprese e famiglie, soprattutto quelle più deboli. Gli aumenti stanno viaggiando a una velocità che non si vedeva da oltre 30 anni; e intaccano pesantemente consumi e risparmi. Il grafico SWG Euroskopia dimostra che la metà degli italiani nutre una forte preoccupazione per l’aumento dei prezzi. E Siena non fa eccezione, anche se la lettura critica dei numeri dà indicazioni interessanti”.
Si legge ancora nella nota: “Sappiamo che tutto questo non è colpa della guerra, ma deriva da un mix di componenti, per buona parte riconducibile ai costi delle materie prime e dell’energia che generano incognite e timori, soprattutto in vista della prossima stagione invernale. E sappiamo pure che marginale è il ruolo che possono avere gli attori locali nel contrastare questo fenomeno, che si risolve in primis attraverso la busta–paga. Ma una lettura attenta dei dati può fornire spunti interessanti, anche per il territorio. Prendiamo, ad esempio, i numeri recentemente pubblicati da Coldiretti, che scompongono il tasso di inflazione complessivo estrapolando quello riferito al cosiddetto ‘carrello della spesa’, cioè le spese per i consumi alimentari. Lo studio fornisce preziose informazioni sul tasso di inflazione nelle province toscane; e qui arrivano le sorprese”.
“Siena – dicono dall’associazione – presenta infatti un tasso d’inflazione generale più alto del dato toscano e in linea con quello nazionale (8%); ma l’inflazione relativa al ‘carrello della spesa’ risulta inferiore (7,6%) sia alla media toscana (9%), sia a quella nazionale (9,2%). Secondo gli esperti questa ‘anomalia‘ può derivare dalla concomitanza di due fattori: dalla disponibilità di ‘offerta’ nella nostra provincia, a partire dagli acquisti di vicinanza, con i ‘mercatini’ alimentari, e la filiera corta che abbatte i costi di trasporto e distribuzione taglia gli intermediari; e dal fatto che la grande distribuzione non aumenta i prezzi, consapevole di andare incontro ad una riduzione sensibile dei consumi. Cosa ne ricaviamo? Che dove funzionano il mercato e la concorrenza si ottengono benefici anche sul contenimento dei prezzi”.
Scrive ancora Monaci: “Ma quello che vale per i generi alimentari, può valere – a maggior ragione – anche per altri settori, come quello dei servizi pubblici locali. E a questo proposito, torniamo alla rilevazione SWG/Euroskopia. Dallo studio emerge che gli italiani individuano nei fornitori di energia, privati e pubblici, le cause principali delle spinte inflazionistiche. Ma se allarghiamo il campo al mercato dei beni e servizi primari (mi riferisco all’acqua, alla raccolta e smaltimento dei rifiuti e agli altri servizi pubblici, offerti nel nostro caso da imprese pubbliche o private sottoposte al controllo pubblico) si individuano anche le responsabilità degli amministratori locali in materia di regolamentazione dei prezzi. Gli enti locali, infatti, attraverso l’applicazione delle tariffe, possono prevedere prezzi più contenuti rispetto a quelli praticati da un’azienda privata o comunque operante in regime di monopolio. Qui non si parla dell’economicità della gestione; ma non possiamo dimenticare che la tariffa pubblica deve garantire, accanto all’universalità del servizio, anche l’equità sociale; cioè che il bene sia erogato avendo come obiettivo primario la massimizzazione del benessere sociale, specie in un momento critico come quello attuale. Un’azione utile anche al contenimento dei fenomeni inflativi. Prediamo il caso dell’acqua (ma il principio può essere applicato per analogia, anche ad altri ambiti). Già nel dicembre del 2021, Siena Ideale aveva denunciato il caso del costo dell’acqua a Siena: il cittadino senese, infatti, paga una tariffa per l’acqua di ben sei volte maggiore rispetto a quello di Milano; cinque volte rispetto al cittadino di Trento; e tre volte rispetto a quello di Monza o di Bolzano. Rimanendo in Toscana, la spesa media annua (2020) dell’acqua a Siena è stata di 813 €, contro la media regionale di 710 €. Come si vede ci sono ampi margini per operare una politica di contenimento dei prezzi, soprattutto in una realtà come Siena. Abbiamo fatto l’esempio eclatante dell’acqua; ma altrettante iniziative possono essere assunte in materia di Tari e di altre tariffe pubbliche, quali i canoni per l’occupazione di suolo pubblico. Il Comune di Milano, ad esempio, ha ridotto le tariffe mediamente di circa il 4% per le utenze domestiche e di circa il 3,5% per le utenze non domestiche. E ci sono le addizionali regionali e comunali all’Irpef che potrebbero essere riviste in un’ottica di aiuto ai cittadini”.
“Chiudo – prosegue la nota di Alfredo Monaci – con il ruolo delle banche. A Siena abbiamo il Monte dei Paschi di Siena, una banca da sempre attenta alla prossimità con le necessità anche sociali dei propri territori di riferimento. Sia chiaro che la banca è un’impresa; ma mai come oggi è chiamata ad essere ‘impresa per le imprese
e per i clienti’, sia in veste di risparmiatori, sia di prenditori di denaro. Per quanto riguarda i risparmiatori, Mps potrebbe, ad esempio, dare completa attuazione ai principi ispiratori della direttiva comunitaria del 2014 che ha dettato nuove regole per gli operatori finanziari in materia di difesa e tutela del risparmio (la cosiddetta MiFID II); mentre per i prenditori di denaro, in un momento di turbolenza dei tassi di interesse, potrebbe offrire – penso ad esempio ai giovani per l’acquisto della casa – una consulenza per la scelta della soluzione più idonea, nonché, per coloro che il mutuo l’hanno già, favorire la rinegoziazione dello stesso, ridefinendo i criteri (in primis il tasso), magari con un procedimento a costo zero e senza spese extra, secondo quanto previsto dalla legge. E’ giusto, insomma, attendersi dalla politica nazionale azioni efficaci per contrastare l’inflazione; ma non dimentichiamo quelle misure che possono essere messe in campo anche a livello di territorio contro un nemico subdolo e pericoloso come l’inflazione. Che colpisce tutti, ma si accanisce in particolare contro i più deboli”.
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