Se questo territorio è ricco di qualità per il vino, lo è anche per le truffe inerenti al settore: il giro economico intorno ai prodotti di grande qualità delle terre di Siena, attira i balordi che mettono in atto così le loro azioni criminose. E anche stavolta, su indicazione del Sostituto Procuratore Aldo Natalini – va ricordato che proprio a Siena è nata la prima ‘squadra’ d’Italia che si occupa di frodi del settore alimentare, così importante in questo territorio – l’operazione della guardia di finanza di Siena ha portato a scoprire una frode per oltre 50mila bottiglie di vino già in commercio.
I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siena hanno scoperto una vera e propria frode nel settore vitivinicolo commessa da una azienda agricola con sede a Montepulciano. Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle senesi sono state coordinate dal Sostituto Procuratore della locale Procura della Repubblica, Dott. Aldo Natalini, ed hanno permesso di denunciare il titolare dell’azienda vinicola per contraffazione di marchi e di prodotti agroalimentari. Le indagini sono state avviate dopo che i finanzieri della Tenenza della Guardia di Finanza di Poggibonsi avevano notato, nel corso di una verifica fiscale condotta nei confronti di un rivenditore di vini locale, delle anomalie sulle etichette apposte su alcune bottiglie di vino. Gli approfondimenti investigativi successivamente eseguiti hanno fatto emergere due distinte tipologie di frode: una riguardante la contraffazione, mediante utilizzo sine titulo, di uno storico marchio di una azienda vinicola di San Gimignano, registrato all’ufficio Italiano Marchi e Brevetti, mentre l’altra è stata perpetrata attraverso la contraffazione delle certificazioni di origine qualitativa di prodotti vitivinicoli di eccellenza della provincia senese. La frode relativa al marchio è stata realizzata attraverso la produzione di una partita di 2.500 bottiglie di vino sulle quali era stata apposta una etichetta riportante un marchio di cui i produttori non erano proprietari e che, pertanto, veniva sfruttato per trarne profitto senza averne titolo. Durante le indagini i militari, oltre alle bottiglie sequestrate pronte per essere vendute, hanno rivenuto 51.000 etichette dello stesso tipo che verosimilmente sarebbero state utilizzate per il confezionamento di altrettante bottiglie di vino ed hanno accertato l’avvenuta commercializzazione di ulteriore 30.000 bottiglie di vino, già in precedenza prodotte e vendute. La contraffazione del marchio ha riguardato vari tipologie di vino, tra cui Brunello di Montalcino, Chianti Riserva e Vernaccia di San Gimignano.
Oltre a quanto sopra, i finanzieri hanno accertato anche una frode sulla qualità di vino commercializzato dall’azienda coinvolta nelle indagini. La frode ha riguardato la produzione e la commercializzazione di 15.000 bottiglie di vino falsamente etichettate con indicazione geografica e denominazione di origine non corrispondenti alla realtà. Nello specifico i finanzieri della Tenenza della Guardia di Finanza di Poggibonsi, con la collaborazione di personale dell’I.C.Q.R.F. di Firenze, hanno accertato che era stata messa in vendita una partita di vino Chianti D.O.C.G. 2014 con applicazione di false etichette Chianti Riserva D.O.C.G. 2013 nonché una partita di vino falsamente etichettato come I.G.T. Toscana 2014 e prodotto, invece, dalla miscelazione di un bianco da tavola e un anonimo rosso. Il produttore vitivinicolo infedele è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per i reati di «contraffazione, alterazione o uso di marchi» e «contraffazione di indicazioni geografiche e denominazioni di origine di prodotti agroalimentari».
L’operazione odierna si inserisce nella più ampia lotta che la Guardia di Finanza persegue contro la contraffazione, a garanzia della genuinità dei segni distintivi dei prodotti agroalimentari di eccellenza italiani, a tutela dei consumatori ed a sostegno delle aziende virtuose che rispettano le regole.
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