Economia

Situazione dazi: quali previsioni per l’economia e l’export italiani?

La letterina all’Unione Europea per l’applicazione dei dazi con percentuali ben diverse dal 10% atteso porterà a una negoziazione conclusiva, comunque accettabile?

La data comunicata per l’applicazione dei dazi del 30% è quella del primo agosto.

In base a quanto riporta Ansa Economia, a giugno, la riscossione delle tariffe doganali Usa ha superato per la prima volta i 100 miliardi di dollari in un anno fiscale, con l’effetto di generare nel mese di giugno ben 27 miliardi di dollari di surplus di bilancio sui conti americani. Inoltre, in circa quattro mesi i dazi doganali applicati sono risultati la quarta maggiore fonte di entrata per il governo federale, con percentuali in crescita dal 2% al 5%.

La motivazione di Trump, in difesa dell’economia e della sicurezza statunitense sul 30% annunciato nella lettera all’UE, è dovuta al divario del deficit commerciale causato dalle barriere commerciali europee, tariffarie e non tariffarie, che intende ridurre. Allo stesso tempo, qualora l’UE costruirà o produrrà prodotti negli Stati Uniti, non saranno applicati dazi, a patto che la stessa UE consenta l’accesso completo e aperto al mercato degli Stati Uniti, senza l’addebito di tariffe doganali.

Anche da parte dell’UE, si pone il tema di quale strategia adottare per salvaguardare interessi di imprese e consumatori. Le esportazioni di beni e servizi con gli Stati Uniti nel 2024 ammontano a 1680 miliardi di euro (Fonte Il sole 24 Ore).

Quali sono le previsioni per l’economia e l’export del nostro Paese?

Confartigianato ha calcolato che piccole e medie imprese italiane hanno esportato in un anno 17,87 miliardi di euro. La stima dell’Ufficio studi della Cgia sull’applicazione di dazi al 30% sulle esportazioni italiane riporta un impatto di 35 miliardi euro all’anno. Per Federalimentare l’impatto di dazi così alti, insieme alla svalutazione del dollaro, non sarebbe sostenibile per diversi settori. Coldiretti parla di aumento dei prezzi fino al 45% per i formaggi, 35% per i vini e 42% per conserve e marmellate; la stima Coldiretti sul costo all’agroalimentare italiano e alle famiglie statunitensi supera i 2,3 miliardi di euro. Il presidente di Federlegno Arredo dichiara che un dazio al 30% sul prodotto finito rischia di azzerare le esportazioni di mobili verso gli Stati Uniti.

I settori strategici europei su cui si punta la lente di ingrandimento sono quelli di maggiore esportazione del 2024: Farmaceutica, pari al 22,5% del totale esportazioni; Automotive con 38,5 miliardi di euro di esportazioni di BMW, Mercedes, Porche e Audi; Aeronautica per l’impatto su acciaio e alluminio e sui prodotti finiti; Cosmetici, in particolare italiani e francesi; il mercato del Lusso, che non potrà aumentare eccessivamente i prezzi per ribaltare il costo, nonostante la forza dei brand (Fonte dati Il Sole 24 Ore).

Come l’UE giocherà le sue carte sarà determinante, in prospettiva della potenziale riduzione della crescita economica e di nuove minacce inflattive all’orizzonte, se davvero non riuscisse a far abbassare la percentuale del 30%.

I mercati finanziari, invece, come reagiranno? Non guardiamoli nel breve, quando si muovono gli speculatori e possono aumentare le prese di beneficio, in vista di tempi incerti.

Gli investitori sono emotivi, ma i mercati finanziari, alla lunga, sono razionali.

Maria Luisa Visione

Francesco Laezza

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