“Stato e fisco leggeri per imprese più competitive. Gli imprenditori sono pronti a ripartire, ma devono essere messi nelle condizioni per farlo. In quattro anni di presidenza di Confindustria ho scoperto, anzi ho riscoperto un’Italia di grandi eccellenze”.
Ha iniziato con queste parole il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi il suo intervento alle Assise Generali che si sono tenute a Siena ieri. Un appuntamento annuale che ha visto impegnati personaggi di spicco della scena economica nazionale e che ha permesso un analisi attenta di dell’economia locale e nazionale. A proposito, infatti, dal nuovo ddl stabilità per il 2016, che soddisfa in parte anche le richieste di Confindustria il presidente ha osservato che “è difficile dire se ci siano più luci o più ombre; dal nostro punto di vista alcune cose sono molto buone anche se leggiamo, purtroppo, una grossa mancanza per la ricerca e per il sud. Cosa si può fare? Dobbiamo chiederlo al primo ministro”.
E parlando di tagli alla spesa un plauso è giunto alle tre delegazioni di Confindustria Toscana sud che hanno deciso di unirsi sostenendo così l’innovazione richiesta dal presidente Squinzi. “Un esempio virtuoso nel sistema confindustriale di province importanti che si sono unite e hanno saputo razionalizzare la presenza del nostro sistema sul territorio”. Mentre a chi gli chiedeva cosa significasse il titolo dell’Assise – “Dateci un Paese normale’”– Squinzi ha risposto: “significa un Paese più semplice con meno complicazioni normativo-burocratiche, con una semplificazione del sistema fiscale, possibilmente con meno tasse e con più attenzione ai comportamenti della spesa pubblica; oggi abbiamo con noi l’onorevole Gutgeld, è lui il destinatario dei nostri appelli”.
A fare gli onori di casa il presidente della delegazione senese, Paolo Campinoti che ha rimarcato l’impegno profuso dall’associazione per “combattere gli assurdi ostacoli che ogni giorno incontra chi fa impresa. Allo stesso tempo, – ha aggiunto Campinoti – vogliamo proporre un’azione in cui il territorio senese, dopo gli ultimi anni di difficoltà, possa ritrovarsi in un progetto che rivaluti, insieme agli altri settori quali il turismo e l’agroindustria, il ruolo della produzione manifatturiera, ponendola al centro della ricostruzione di quell’identità e di quei valori che da sempre appartengono a questa terra e che non possono essere offuscati da scandali, errori e divisioni del recente passato”.