Una recessione globale nel 2020 come scenario di base. Perché i danni provocati dalla pandemia di Coronavirus e dalla stretta delle condizioni finanziarie “causeranno uno choc all’economia” in tutto il mondo. Parola di Chetan Ahya, capo economista della banca d’affari Morgan Stanley, che non ha usato mezzi termini: “Questa volta sarà peggio della recessione del 2001”, che fu relativamente lieve.
Una valutazione in linea con quella di Standard & Poor’s, secondo cui “la recessione globale è già qui”. Un report appena pubblicato dall’agenzia di rating prevede infatti che le misure di distanziamento sociale e la stretta ai movimenti delle persone comporteranno un “collasso della domanda” in Cina, Europa e Stati Uniti. Di conseguenza, nel 2020, la crescita globale si fermerà all’1%, al massimo all’1,5%, ma i rischi per la previsione sono al ribasso.
Inoltre il crollo dei flussi di cassa, associato allo choc sui prezzi del petrolio, per S&P darà “un colpo al merito di credito” di molte aziende, portando con ogni probabilità a “un balzo dei default”. L’agenzia prevede un tasso di fallimenti che negli Stati Uniti potrebbe superare il 10% e in Europa avvicinarsi a tale livello nei prossimi 12 mesi. Oltre un’azienda su 10, in parole povere, rischia di andare in bancarotta.