Stiamo ai punti essenziali come dice il DEF

Voglio partire da una parola che in economia ricorre spesso ed è la parola efficacia.

Un’azione è efficace se raggiunge il risultato per il quale è stata messa in atto.

Stiamo vivendo una proliferazione di contenuti di ogni tipo, in un tempo velocissimo, su argomenti che prima di questa situazione surreale non avevano alcun interesse per molti di noi, tanto da non riuscire a volte a separare le informazioni e ad orientarci. 

Invito i lettori a questa riflessione, a pensare mentalmente a un argomento di natura economica o finanziaria che in questo momento è utile, è strategico a livello personale per le prossime settimane.

L’emergenza economica non è più soltanto “emergenza” nel senso letterale del termine, ma è crisi conclamata: ce lo dice a chiare lettere la bozza del DEF 2020 appena approvata, nel dichiarare che occorre restare ai punti essenziali, e che le previsioni con le quali si rende conto del Patto di Stabilità all’UE, cioè dello sforamento del deficit, a differenza degli altri anni non saranno fino al 2023, ma si fermano al 2021.

In altri termini, tutto potrà essere rivisto in uno spazio di tempo più ampio.

Considerando che si stima che il 2020 sarà l’anno con il più alto livello di debito pubblico per l’Italia finora, il 155,7%, che alla caduta vertiginosa del PIL dovrebbe seguire il recupero nella seconda metà dell’anno a seguito della riapertura delle attività produttive, a conti fatti nel 2021 il rapporto debito/PIL si attesterebbe al 152,7%, con la previsione della necessità di avanzi primari per almeno i prossimi 10-12 anni.

Tradotto: la situazione eccezionale ha elevato i livelli di spesa pubblica, e non poteva essere diversamente, ma lo Stato non si potrà permettere di spendere di più di quanto incassa per molti anni a venire.

Dal momento che la leva più importante in questo frangente è la leva fiscale proviamo a delineare meglio il significato dell’efficacia. Spiegato in parole semplici, quello di cui hanno bisogno i cittadini che realmente non incassano e che non incasseranno abbastanza per tenere in equilibrio entrate e uscite per molto tempo, è essere tartassati di tasse, che non significa sospenderne il pagamento di tre mesi in tre mesi, perché questa è una manovra di breve periodo per tamponare il problema originario che è, invece, almeno di medio periodo. 

Se questa affermazione non convince i più virtuosi chiediamoci perché l’Agenzia delle entrate solo dopo due mesi si trovi un arretrato di circa 8,5 milioni di atti e sia “preoccupata” di dover recuperare questo tempo quanto prima, tanto che sono passati molti titoli sui media sulla possibilità di successivi controlli a raffica ai contribuenti da parte degli enti impositori alla riapertura delle attività. Se proviamo a capire il perché, tra articoli di provvedimenti post pandemia, previsioni normative e intervento della Corte Costituzionale, l’intreccio si dipana con una spiegazione molto semplice: il 31 dicembre 2020 scade il termine per la notifica degli accertamenti fiscali dell’anno 2015 sulle dichiarazioni ordinarie e per le dichiarazioni omesse o nulle del 2014.

Di conseguenza, per il Fisco il tempo è denaro.

Ma per il contribuente l’eventuale supporto economico si potrebbe annullare se arriverà una cartella esattoriale da pagare. Il tema non è se il pagamento è dovuto, dico che anche per il contribuente il tempo, in più o in meno, vale denaro. Anzi, adesso è sopravvivenza.

Un’azione è efficace se raggiunge il risultato. Forse ricette infallibili non ce ne sono ma pensare di dare sostegni economici in forma di prestito e sospensioni fiscali di breve termine su un problema di crescita e sviluppo economico che rientrerà solo in un tempo medio, se non lungo, non è efficace. 

Quindi, la domanda naturale diventa: in che modo coloro che hanno un’attività commerciale o un’impresa potrebbero essere in grado di far fronte alle uscite fisse e certe, seppur dovute, senza le entrate?

Non dovrebbero essere allarmate almeno quanto il  Fisco, preoccupato di non riuscire a recuperare in tempo due mesi di arretrato di lavoro?

Maria Luisa Visione