Il primo Euribor a 3 mesi di quest’anno segnava – 0,132%: passaggio storico per la rilevazione del tasso che 8 anni fa, nel 2008, misurava +4,665%. La discesa del parametro, utilizzato per calcolare l’importo delle rate da pagare sul mutuo variabile, è continuata, portandosi in questi giorni intorno al valore di -0,30% e aggirandosi, per l’Euribor a 1 mese a – 0,37%. Numeri che si traducono in opportunità di realizzare in anticipo un obiettivo, attraverso il finanziamento, o di ridurre il costo di un debito già contratto.
Il sogno di acquistare o ristrutturare casa appartiene sempre alla maggior parte degli italiani. Che sia un’esigenza nuova o già in cantiere, un’attenta analisi dei bisogni di indebitamento conduce a:
- eliminare o ridurre l’impatto di momenti di stress nel tempo;
- stabilire maggiore coerenza tra entrate e impegni finanziari (uscite);
- ridurre il costo dei debiti e, di conseguenza, aumentare la capacità di risparmio.
Di fronte a tassi così vantaggiosi, il primo passo da compiere è capire se ci sono in atto finanziamenti da sostituire con condizioni economiche più favorevoli. Per ottimizzare le posizioni debitorie esistenti si può intervenire attraverso: surrogazione, rinegoziazione, sostituzione o consolidamento. Sia la surrogazione, ovvero la portabilità del mutuo a altra banca con condizioni migliori, che la rinegoziazione di alcune clausole contrattuali come la durata o il tasso, sono generalmente esenti da costi. La sostituzione con nuova erogazione di denaro e il consolidamento di debiti già esistenti, invece, prevedono costi per il nuovo contratto e per l’estinzione del vecchio, in ogni caso da valutare, visti gli attuali spread ai minimi livelli applicati dalle banche.
Nel definire nuove esigenze di finanziamento si può arrivare oggi a ottenere un tasso fisso a 20 anni (IRS 0,76) anche al di sotto del 2%, Tuttavia, non va dimenticato, che la capacità di rimborso deriva dal reddito e che il reddito è, soprattutto, conseguenza del lavoro. Così nello scorrere dati e numeri, oltre a quelli sulla disoccupazione ormai noti a tutti, non posso fare a meno di osservare che ci sono 12 milioni gli italiani del settore pubblico e di quello privato ancora in attesa di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (già scaduto o in scadenza nel corso del 2016 – fonte UIL). Il mancato adeguamento economico si traduce in perdita di denaro per i lavoratori e in necessità di risorse per i due settori.
Da una parte, quindi, c’è l’occasione quasi unica di approvvigionarsi di risorse a un costo basso, dall’altra, paradossalmente, l’incertezza sul reddito che determina la capacità di rimborso. In sintesi: opportunità certo, ma per chi potrà permettersi di contrarre mutuo e avvantaggiarsi di un momento tanto favorevole.
Ciò che rimane indiscutibile è che senza un’analisi accurata e una pianificazione dell’indebitamento, si rischia di incidere sulla stabilità del bilancio familiare e individuale. O addirittura si rinuncia, inconsapevolmente, a liberare risorse utili, che di questi tempi, potrebbero servire a tutelarsi.
Maria Luisa Visione