Facciamo un salto indietro di 20 anni e riavvolgendo il nastro visualizziamo l’istituzione banca.
Proviamo, poi, ad andare in avanti di 5 anni fino ad arrivare a inizio 2020. E, subito dopo, facciamo lo stesso esercizio immaginario, scorrendo in avanti di un anno. Focalizziamoci su come si è modificato e se si è evoluto il nostro rapporto con l’istituzione banca.
Immaginiamo anche di chiedere oggi a noi stessi bambini o ai nostri figli e nipoti: “Da grande vorresti lavorare in banca?”. Teniamo la risposta per noi: è solo una prova di lettura diversa sul sistema.
Per chi ha avuto modo di osservare i tanti cambiamenti degli ultimi 20 anni, probabilmente, pensando alla sensazione di entrare in banca come utente, o di essere dall’altra parte, allo sportello, nella stanza della consulenza o in quella del direttore, diverse sono le percezioni e le conclusioni su quanto e come sia cambiato questo mondo. La banca tradizionale, ormai, è a casa per la maggior parte di noi, con un click dal pc o dallo smartphone; nell’ultimo anno l’accelerazione verso l’uso dei servizi banking on line per i clienti e quella sul lavoro da remoto per il personale ha ulteriormente definito il percorso intrapreso dal sistema bancario.
Il 2021 si presenta come un anno decisivo: si parla di oltre 20.000 persone che andranno davvero a casa, ma non per lavorare. Il 2021, però, sarà decisivo anche per un altro aspetto: sfruttare la norma sulle DTA entro la fine dell’anno procedendo all’aggregazione, in modo da recuperare capitale. Tempi brevi che sono stati dettati per molte delle nostre banche, per le quali il 31 dicembre 2021 non è derogabile.
Di conseguenza, al di là di ciò che si legge ogni giorno, avanti e indietro su chi si fonderà e chi no, dicembre arriverà veloce. Ma prima di quella data arriveranno nuovi crediti deteriorati, stante la crisi economica in corso e quella soprattutto dei redditi per molte categorie professionali. Fragilità finanziaria per le famiglie e per tutto il sistema in generale che si trasformerà in necessità di rafforzamento patrimoniale e concentrazione per le banche.
Ad oggi non ci sono numeri certi per calcolare in modo ragionevole l’eventuale impatto sulla capacità di restituire mutui e finanziamenti di questa crisi economica, e quindi sulla necessità effettiva di capitale delle banche da mettere in preventivo. Tutto è fermo per tutti, ma moratorie, sospensioni e regole di flessibilità sui bilanci da parte della BCE finiranno per cui, nonostante il calo delle sofferenze registrate nell’ultimo anno, inevitabilmente la qualità del credito è destinata al peggioramento, mentre non ci sono margini di aumento sulla redditività per il sistema bancario, anzi.
D’altra parte, procedere alle fusioni significa anche non chiedere capitale agli azionisti, quindi, non rivolgersi al mercato e non applicare il bail-in, nel caso occorra.
Non so chi avrà nostalgia di quando, entrando in banca e attendendo il direttore sembrava davvero una buona giornata, perché aspettavi un finanziamento per un progetto o perché stavi depositando una cifra importante. Altri tempi, certo. Per non parlare della sedicesima del bancario: che fortuna per chi aveva avuto il privilegio di lavorare in banca e di beneficiare di un contratto davvero unico!
Ne riparliamo a dicembre! O, magari anche prima…
Maria Luisa Visione