“Per Toscana Life Sciences serve un piano industriale serio”: ne è certo Emanuele Montomoli, fondatore e CSO di Vismederi Group che proprio grazie a TLS è diventata oggi una delle prime aziende operanti nelle scienze della vita nel panorama nazionale, con grandi prospettive per il prossimo futuro: dai recenti riconoscimenti ai buoni investimenti, dai 200 dipendenti all’apertura a gennaio della nuova sede a Colle val d’Elsa, Vismederi guarda al mondo mantenendo salde le radici su Siena. Segno che le Scienze della Vita stanno bene e che qui si può lavorare bene.
Montomoli, che idea si è fatto della situazione di TLS? Cosa è successo, cosa si è inceppato? Troppa politica e troppo poco piano industriale?
“Mi rattrista molto quello che sta succedendo, Vismederi è stata aiutata molto nel 2009 quando siamo nati. Grazie a TLS abbiamo avuto un posto dove stare e siamo cresciuti grazie all’opportunità offerta dall’incubatore senese. La politica ha fatto il suo mestiere e tutto è andato bene fino a qualche tempo fa, poi evidentemente qualcosa non ha funzionato quest’anno ma la cosa che non mi piace è che tutto questo si scopra ora: non si può dire il 20 dicembre che c’è un ammanco di oltre 5 milioni di euro. E la soluzione paventata di chiedere ai soci fondatori – Fondazione Monte dei Paschi e Regione Toscana – di intervenire, attraverso la donazione dell’immobile ex Siena Biotech in modo che TLS possa chiedere a una banca di accendere un mutuo, tecnicamente può anche andare bene ma il prossimo anno saremo punto e accapo perché nessuno ha parlato di un piano industriale”.
Emanuele Montomoli cosa farebbe?
“Ci sono troppi errori commessi negli anni, a partire da una scarsa internazionalizzazione perché letteralmente TLs campa con i soldi dei contributi di Regione e FMps e con gli affitti che le aziende pagano per stare lì ma questo non può bastare. Bisogna attrarre realtà internazionali, una succursale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità perché queste saranno ricchezza per il territorio, non le piccole spin off del territorio che all’inizio saranno problemi e solo dopo potranno portare ricchezza. Inoltre, ribadisco, serve un piano industriale almeno per i prossimi tre anni. Non si può sentire che ‘Saremo salvi con i soldi del Biotecnopolo o dell’hub antipandemico’ perché questi dovranno pensare a se stessi e questi soldi se e quando arriveranno, dovranno servire alla crescita di questo progetto, non ad assistere TLS”.
Montomoli, ha la sensazione che le vicende di questi giorni possano portare il Governo centrale a trovare una scusa per togliere questi fondi a Siena e spostare hub antipandemico e biotecnopolo altrove?
“Non so, sono cose che volano molto più alte di me ma ho avvertito che c’è molta attenzione anche da altre realtà ad accaparrarsi queste due realtà : 36 milioni di euro da 2022 e 2025 per il biotecnopolo e 340 milioni per il centro antipandemico. Mi pare difficile che questo governo si possa permettere di portare solo su questo territorio quasi 400 milioni e se questo finanziamento non arrivasse nella sua interezza e cioè quanto stabilito dall’emendamento della legge di bilancio, il rischio è quello di non portare a compimento il progetto come era stato pensato. Bisogna allora fare una buona strategia con un buon piano industriale. La sensazione è che si sia lavorato con speranza e senza certezza”.
Quindi è d’accordo con quanti chiedono un cambiamento di governance?
“Di certo vorrei qualcuno che controlli con attenzione i conti. Ma principalmente serve un piano industriale. Cambio di governance sì ma forse non solo del presidente e del cda. Con una società in così grave default, avremmo forse bisogno di un commissario che lavori sulle risorse a disposizione e non sulle aspettative.
Katiuscia Vaselli