Abbiamo toccato l’indice del clima di fiducia dei consumatori più basso da gennaio 2021. Non accade solo in Italia; anche in Germania l’indice IFO sulla fiducia delle aziende subisce un brusco calo.
Aspettative di crescita del Paese minate e luci della ripresa economica in arresto. Da questo sentimento le potenzialità legate allo sviluppo personale sono offuscate.
Come immaginiamo i prossimi mesi e quali progetti abbiamo in cantiere?
Domande che generano una profonda riflessione per ognuno di noi sulla possibile progettualità futura.
Avere degli obiettivi di vita è naturale per tutti, ma riuscire a definirli e a perseguirli non è sempre un esercizio semplice. Anzi, in questo momento storico, per alcuni è veramente difficile. Eppure, l’immaginazione resta l’arma più potente della quale disponiamo per non perdere la visione che il mondo è inarrestabile quando si posiziona in avanti, anche il nostro, la realtà che desideriamo costruire.
Gli eventi degli ultimi due anni e il contesto odierno ci fanno riflettere profondamente se pensiamo alla nostra vita economica, a cosa è cambiato e a come agire. Se dovessimo elencare che cosa è importante per ognuno di noi e come strutturare un piano finanziario che si avvalga del potenziale del tempo, probabilmente riuscire a identificare in momenti di spesa la qualità della nostra vita e ad attribuire le priorità, che siano temporali, piuttosto che derivanti da preferenze soggettive, risulterebbe complicato. Essere consapevoli di quali decisioni attuare per determinare la qualità della nostra vita parte da un atto, la decisione, appunto, ovvero agire, di fatto. Tuttavia, per citare il pensiero di Warren Buffett, “Investire è semplice, ma non è facile” e in questo contesto la domanda non è tanto e solo se investire in un settore di mercato oppure in un altro, ma perché e come investire per ottenere un’equazione equivalente al benessere finanziario nel tempo.
Investire nella conoscenza di noi stessi per saper identificare i nostri bisogni finanziari? È una delle migliori risposte, a mio avviso. Anche solo e semplicemente perché lo abbiamo fatto probabilmente poco.
Se siete d’accordo, allora possiamo spostare il focus dalla performance materiale che potremmo ottenere o dai soldi di cui disponiamo, al sogno. Questo passaggio ci condurrà dalla semplice materialità al cercare la qualità nel suo senso più puro, cioè, a cercare ciò che è davvero conforme ai nostri desideri. Allora, seppur non può venire meno l’aspetto delle reali risorse per determinare “aspettative ragionevoli”, la nostra soddisfazione si aggancia alla vita che vogliamo realizzare e non a ciò che possiamo ottenere quantitativamente.
In quest’epoca viviamo costantemente in mezzo alle cifre e ai numeri. Torniamo alla visione della realizzazione. Riporto il dialogo del celebre film “Ferrari” in cui Sergio Castellitto nei panni di Enzo Ferrari si confronta con l’amico Beppe Socci. Un dialogo che spiega meglio di me quanto sia importante immaginare per realizzare. La storia della prima vettura Ferrari inizia con la spider 8 cilindri, denominata 815, la prima automobile con cui la scuderia partecipò alla Mille Miglia del 1940. Poco prima della Seconda guerra mondiale.
EF: “Cosa ti serve per la scuderia? Un progettista?”
BS: “Sì.”
EF: “Ce l’hai. Uno stabilimento?”
BS: “Sì.”
EF: “Ce l’hai. Una banca che ci finanzia?”
BS: “Vedo che ci siamo.”
EF: “Ce l’hai.”
BS: “E dove ce li ho, capo?”
EF: “Qui. [Indica la sua testa] Tutto nella mia testa.”
EF: “Forse non ci crederete, ma io ho anche meccanici, tecnici, e il miglior progettista sul mercato.”
BS: “Impossibile, il migliore è Vittorio Jano, delegato alla Fiat. Lo sappiamo bene, gli abbiamo fatto più volte delle offerte generose. Ma le ha sempre rifiutate.”
EF: “Probabilmente perché nell’offerta non era incluso il sogno. Forse non lo avete ancora capito, signori. I sogni spesso sono contagiosi!”
Maria Luisa Visione