La nota di aggiornamento al DEF di fine settembre fissava per il 2017 il rapporto deficit/PIL al 2%. La misura del deficit pubblico ci racconta un Paese in cui le uscite dello Stato superano le entrate; paragonata alla capacità di produrre ricchezza del Paese stesso, secondo Maastricht non può sforare il 3%. Margini che la nuova legge di bilancio del 2017 rispetta, fissando il deficit pubblico al 2,3% del PIL. Dobbiamo ricordare, però, che con le nuove regole previste dal fiscal compact, il deficit strutturale, a tendere, non deve superare il tetto dello 0,5% per consentire la sostenibilità dei conti pubblici. Ciò implica obiettivi annuali per avvicinarsi al deficit strutturale stabilito nel Patto di stabilità e crescita. In previsione tale obiettivo è pari a 1,2% per il 2016 e il 2017, causa il persistere della crisi economica; 0,7% per il 2018 e 0,2% nel 2019.
In tema di lavoro
Sul fronte del lavoro la legge finanziaria destina 900 milioni di euro al rinnovo dei contratti per la pubblica amministrazione e prevede concorsi per infermieri, poliziotti, medici e docenti per nuove assunzioni. Trecento milioni di euro, invece, per supportare i cinquantamila esuberi bancari in uscita nei prossimi 3 anni. In tema di produttività il bonus con il favore della cedolare secca al 10% raddoppia fino a 4000 euro e allarga la sfera dei beneficiari, ricomprendendo quadri e parte dei dirigenti non apicali, con un nuovo limite massimo di reddito di 80 mila euro lordi annui per usufruire della tassazione agevolata. Un costo di circa 200 milioni per il primo anno e successivamente di 400. Inoltre sono previsti sgravi fiscali per le imprese che assumono neo diplomati e incentivi per l’occupazione a tempo indeterminato al Sud.
In tema di crescita
Tuttavia, i numeri del lavoro della legge vanno letti congiuntamente a:
la sterilizzazione dell’IVA; la diminuzione dell’IRES al 24%; l’introduzione dell’IRI, per gli artigiani, in misura fissa al posto della tassazione IRPEF; il superammortamento del 140% della spesa sostenuta nell’acquisto di beni strumentali all’esercizio dell’attività a favore di imprese e professionisti; l’iperammortamento al 250% per gli investimenti in innovazione; la conferma del credito d’imposta fino al 2020 per ricerca e sviluppo; l’eliminazione dell’Irpef agricola e la decontribuzione per gli agricoltori under 40; i 100 milioni per il made in Italy.
L’occupazione
In attesa del parere di Bruxelles e del referendum costituzionale, mentre si guarderà al personale possibile vantaggio considerando anche le altre novità inserite nella legge di stabilità 2017, non menzionate, teniamo presente che le coperture necessarie deriveranno per la maggior parte da tasse, spending review, tagli e per l’altra parte dall’extra-deficit.
Ma per concludere il ragionamento, consultando la solita fonte del DEF a proposito di scenario programmatico, i dati sulla disoccupazione si muoveranno dall’11,5% del 2016 al 10,2% del 2019.
Come spieghiamo ai tanti disoccupati che rimangono fuori di avere pazienza? Non tutto si ottiene subito, è vero, ma intanto, nel tentativo di far quadrare i conti pubblici, l’economia reale non sembra trovare un equilibrio a breve.
Maria Luisa Visione