Economia

Un regalo diverso sotto l’albero

Quando si parla di previdenza gioca un ruolo determinante il tempo. Il tempo ci coinvolge in prima persona e, quindi, naturalmente, il pensiero dominante è soprattutto all’intervallo che ci rimane per accumulare risorse da finalizzare ai nostri bisogni di spesa futura. 

La domanda che rivolgo è: ma se domani, lo Stato ci desse la possibilità di ritirare tutti i nostri contributi previdenziali già versati, dicendoci: “Bene, da oggi, è una tua responsabilità, gestiscili in autonomia e fai in modo di avere l’importo necessario alla tua pensione”, siamo così sicuri che ci andrebbe bene?

I versamenti previdenziali obbligatori sono una forma di risparmio forzoso e possiamo sempre verificare lo stato dell’arte, quanta parte del nostro lavoro, in termini di retribuzione, sta andando a finanziare il reddito necessario al nostro consumo futuro. Se siamo consapevoli, ci è chiaro anche che il sistema contributivo per tutti, almeno da un certo punto in poi, ci restituirà equamente ciò che abbiamo effettivamente versato. Facendo una simulazione dei dati Inps, on line o di persona, possiamo sapere, oggi, che fatto 100 il nostro obiettivo di reddito pensionistico, il sistema ci restituirà una stima in percentuale, che rappresenta il primo mattoncino della nostra casa pensionistica. Possiamo sapere anche a quanto equivale il nostro montante contributivo, proprio il totale di quei soldi che, nel caso in cui si verificasse la mia ipotesi, potremmo riavere in mano, promettendo a noi stessi di continuare a versare e, magari, di scegliere forme più redditizie per avere più capitale domani.

Non conosco la risposta alla domanda sul ritiro dello Stato, ma provo a osservare quello che accade con la previdenza complementare esistente, quando cioè decidiamo di sottoscrivere uno strumento assicurativo privato per aggiungere un secondo mattoncino alla nostra casa. Meno di un terzo di noi è iscritto alla previdenza complementare e, ancora meno, circa il 22% ci versa denaro (comprendendo il dato aggregato di fondi pensione negoziali, fondi pensione aperti, PIP e fondi pensione preesistenti). Nel 2017 ci sono state solo 4.000 erogazioni in rendita, tutto il resto in capitale, ciò significa che si versa poco e che non è ancora compresa l’importanza della finalità previdenziale dello strumento assicurativo di darci un flusso finanziario di entrata certa nel tempo. 

Siamo vicini al Natale e, pensando ai regali, o ai buoni propositi per il nuovo anno, sarebbe bello avere contezza della nostra personale simulazione pensionistica per capire a che punto siamo. Se abbiamo figli minori, o a carico, sarebbe utile far cogliere loro il vantaggio del lungo tempo a disposizione, aderendo alla previdenza complementare affinché ne possano beneficiare un domani.

Facciamoci il regalo della consapevolezza perché tra un secondo il presente è già futuro e, dopotutto, la bellezza della vita è proprio non fermarsi mai e aver compreso che sono i comportamenti virtuosi a fare la differenza. Essere di esempio ai nostri figli e nipoti raccontando che il futuro possibile si costruisce a piccoli passi ogni giorno.

Magari quando saranno grandi, guardando il valore di quel secondo mattoncino della loro casa pensionistica che oggi ci sembra poca cosa, ripenseranno a noi, a un Natale e a un anno nuovo diverso dal solito, e, sorridendo, accoglieranno il futuro.

Maria Luisa Visione

Francesco Laezza

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