I sindacati intervengono nuovamente sulla trattativa in corso tra UniCredit e Mps. E chiedono al governo Draghi di farsi valere, anche in Europa, in quella che sarà la discussione che si svilupperà nelle prossime settimane.
In una nota scrivono Cgil, Cisl e Uil di Siena: “Purtroppo la supponenza con cui l’ad di UniCredit Andrea Orcel ha annunciato la trattativa ‘in esclusiva’ con il Ministero dell’Economia per il Monte dei Paschi di Siena traduce nella pratica le preoccupazioni che le nostre organizzazioni avevano elaborato da tempo, non per pessimismo o sfiducia, ma per l’oggettiva negazione di un confronto con i sindacati da parte dell’azionista di maggioranza, il Governo, e per le operazioni di preparazione del terreno che si sono susseguite nell’ultimo periodo. Il piatto è servito, e sarà difficile non farlo portare a tavola. Chiediamo al Governo Draghi di far valere il proprio ruolo in una trattativa, anche in Europa, che mette in discussione migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti, nonché il futuro del centro direzionale Mps nella nostra città, che porterebbe anche a pesantissime ricadute sul sistema economico senese, aggravate in termine di immagine da un’ipotesi svendita del marchio storico della Banca. Quello che si sta delineando è esattamente il contrario di ciò che i sindacati di categoria dei bancari e le confederazioni vogliono: evitare lo spezzatino per non indebolire il sistema bancario del nostro Paese”.
Ancora i sindacati: “UniCredit lo vuole fare, tra l’altro, nel modo peggiore: prendere solo il meglio, scaricando i pesi economici sulla collettività e la riorganizzazione aziendale in termini di occupazione e salari sulle lavoratrici e sui lavoratori, senza considerare la problematica gestione di inevitabili pesanti esuberi che graverebbero sul sistema. Tutto ciò per noi è inaccettabile e il tempo sta finendo. Ci aspettiamo che almeno ora il Governo abbia la schiena dritta ed affronti questa difficile trattativa facendo pesare il suo ruolo, politico ed economico, per i cittadini ed il futuro del Paese. Le lavoratrici e i lavoratori Mps, degli appalti e dell’indotto, se lo aspettano, il territorio lo pretende”.